Cosa ci stiamo giocando

Come il Pnrr potrà avere ricadute positive sull'economia italiana

Cosa ci stiamo giocando
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Che un debito elevato renda più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l'incentivo a investire, è un fatto noto e assodato. Come è noto e assodato che esso espone l'economia nazionale ai movimenti erratici dei mercati finanziari, oltre a sottrarre risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo. Anche le ricette per affrontare questa particolare congiuntura, elencate ieri con puntualità da Fabio Panetta, non sono nuove, sebbene il governatore della Banca d'Italia le abbia messe in fila con estrema precisione, come solo un banchiere centrale di lungo corso sa fare.

È del tutto nuova, invece, l'analisi che Panetta propone sulla ricaduta del Pnrr sulla nostra economia se le riforme che ne sono la base verranno realizzate con puntualità e nella qualità promessa. Secondo le valutazioni degli uffici di Bankitalia, si stima che tra il 2021 e il 2026 la realizzazione del Pnrr possa produrre un effetto di 9 punti percentuali sul Pil, oltre a un effetto sul reddito permanente di 4 punti. Sono grandezze importanti, capaci se non di ribaltare perlomeno di migliorare sensibilmente i fondamentali che le agenzie di rating prendono a pretesto per esprimere i giudizi sulla qualità del debito di un Paese, riducendone il costo per il debitore e, dunque, rendendolo più sostenibile. Una circostanza sulla quale le agenzie che danno i voti all'economia del nostro Paese avrebbero già dovuto riflettere, se non fossero frenate da antichi pregiudizi sulla solidità del sistema Italia.

Non sono solo considerazioni nostre. A giugno Paolo Savona, il presidente della Consob, non le aveva mandate a dire ai soloni del rating. Pur ammettendo che l'economia del Paese resta esposta ai rischi geopolitici, Savona aveva energicamente invitato le tre agenzie internazionali ad elevare il voto sul debito italiano proprio in virtù dei buoni fondamentali dell'economia nazionale. Anch'egli, peraltro, aveva fatto riferimento ai benefici che possono venire da una corretta e puntuale realizzazione del Pnrr.

Naturalmente non ci fa velo che mentre sulla carta l'Italia è riuscita a primeggiare nella proposizione delle riforme a esso legate, la messa a terra dei progetti fatica a trovare un ritmo accettabile, non solo per la pigrizia degli enti deputati, ma anche per il non commendevole ostruzionismo di certe amministrazioni locali dedite più al tricolore del loro partito che a quello della

bandiera che sventola sul Torrino del Quirinale. Ebbene, grazie alla puntuale rappresentazione di Panetta sugli effetti fortemente positivi di un Pnrr calato a terra in modo rigoroso, ora sappiamo cosa ci stiamo giocando.

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