"Basta, solo ansia": Bassetti sbotta contro il bollettino Covid

Il prof. Matteo Bassetti, in un post su Facebook, si è detto contrario alla quotidiana comunicazione del bollettino Covid con i numeri dei nuovi positivi. "Non servono, utili solo a creare ansia"

"Basta, solo ansia": Bassetti sbotta contro il bollettino Covid

Sono stati 99.848 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia nella giornata di mercoledì 20 aprile, 205 i nuovi decessi e un tasso di positività del 16,3%. Ogni giorno, più o meno nel primo pomeriggio, il ministero della Salute emette il classico bollettino ripreso dalla maggior parte dei quotidiani che poi sviscerano i dati dei nuovi positivi Regione per Regione e il confronto con il giorno precedente. Se ne parla spesso anche nei telegiornali e alla radio. Ebbene, per il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, questi numeri non doverebbero essere più dati per non creare inutile panico tra gli italiani.

"Numeri che non servono più"

"Questi numeri non servono a nessuno, solo a creare ansia nelle persone e a credere sempre meno nell’efficacia dei vaccini", scrive sul proprio profilo Facebook il primario. Se è vero che i contagi sfiorano quasi i centomila in 24 ore, quasi ai livelli di gennaio e febbraio, la situazione ospedaliera resta assolutamente tranquilla e sotto controllo. Ed è quello il dato sui cui predica Bassetti e predicano gli esperti. "Crescono i contagi, ma ospedali restano vuoti di Covid e pieni di colonizzati da Sars-CoV-2 asintomatici. Ha ancora senso dare i numeri giornalieri di quanti hanno il raffreddore Covid o sono in ospedale per una colica renale con tampone positivo per SarsCoV-2?", aggiunge l'esperto.

Il tema mascherine

Ricordando che sono i vaccini a provocare sintomi blandi, soprattutto nei vaccinati con tre dosi, l'Italia è l'unico Paese europeo "con più dell’80% di vaccinati con bollettino giornaliero e mascherine obbligatorie", sottolinea Bassetti. In effetti, sulla questione mascherine al chiuso c'è un fremente dibattito all'interno del governo. Il ministro Speranza ha fatto sapere che sulla questione della fine dell'obbligo "avevamo detto che avremmo preso una decisione l'ultima decade di aprile. È appena iniziata, c'è un confronto in corso in queste ore con i ministri dei settori competenti e vedremo la scelta migliore". Molti medici sono ancora favorevoli al mantenimento del dispositivo di protezione al chiuso e il ministro sembra di parere favorevole. Probabile, visto il numero dei contagi, che si vada verso una proroga di 15-30 giorni come ha fatto intendere lo stesso Speranza. "Io tradizionalmente sono dell'idea che più si tiene impianto di precauzione e più si continente la pandemia che è ancora in corso, come ci dicono i numeri. Siamo fuori dall'emergenza grazie ai vaccini, ma non siamo fuori dalla pandemia".

Dello stesso parere anche Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, che chiede al Governo e al Parlamento di riconsiderare quanto stabilito dal Decreto Legge 24 del 2022.

"È assolutamente necessario mantenere l'uso delle mascherine Ffp2 nei luoghi chiusi come strumento di protezione individuale e di reintrodurne l'utilizzo nei luoghi pubblici all'aperto con maggiore affluenza di persone" perché la crescita della curva dei contagi e il numero dei morti "impongono a tutti la necessità di non abbassare la guardia contro il Covid-19".

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