Cristiana rapita e obbligata a convertirsi all'Islam. I genitori la vogliono a casa

Nabila Bibi è una giovane pakistana cristiana che è stata rapita da un musulmano, è stata obbligata a convertirsi all'Islam e poi si è sposata. I familiari stanno lottando per portarla a casa, ma la giustizia non li aiuta

Cristiana rapita e obbligata a convertirsi all'Islam. I genitori la vogliono a casa

Continuano le persecuzioni dei cristiani in Pakistan. Una ragazza è stata rapita e convertita all'islam, ora i genitori lottano per riaverla indietro.

Nabila Bibi doveva sposarsi a novembre con il suo ragazzo cristiano, ma a fine ottobre è stata rapita da un musulmano che l'ha obbligata a convertirsi all'islam per poi sposarla. La famiglia e il vero ragazzo della giovane non si sono mai dati pace e hanno denunciato il fatto alla polizia. La denuncia, però, non è mai stata registrata perché gli agenti hanno sempre rifiutato di sottoscrivere il "First Information Report" contro i sequestratori. Questo documento viene redatto dalla polizia in Bangladesh, India e Pakistan quando la vittima o dei suoi delegati fanno una denuncia.

Come riporta l'agenzia Fides, la famiglia della ragazza ha chiesto aiuto all'avvocato cristiano Sardar Mushtaq Gill. Sardar è a capo dell'organizzazione "LEAD" ( Legal Evangelical Association Development )che fornisce assistenza legale gratuita ai cristiani in difficoltà. Finalmente, dopo 3 mesi di insistenza legale, il 17 febbraio, gli agenti pakistani hanno registrato la denuncia. Il padre di Nabila ha raccontato che nel corso di questi mesi ha ricevuto diverse intimidazioni e minacce di morte. Per esempio il 22 ottobre il padre, il fratello e il fidanzato cristiano della ragazza sono andati a casa dell'uomo che ha rapito Nabila e si sono trovati di fronte ad una situazione incredibile.

Nell’abitazione c’era un gruppo di 15 musulmani che ha iniziato a minacciare i familiari della giovane rapita. I parenti di Nabila non si sono fatti intimidire e hanno continuato a chiedere di lei fino a quando anche loro sono stati sequestrati, per un giorno, dai musulmani. L'avvocato cristiano ha spiegato che queste situazioni sono "normali" nei Paesi musulmani. I cristiani non sono minimamente considerati, non hanno diritti.

La situazione è difficile non solo per la famiglia della vittima, ma anche per gli avvocati che scelgono di difendere questi casi.

Infatti nei giorni scorsi, Gill e gli altri legali dell'organizzazione "LEAD" sono stati fermati e minacciati da un gruppo di uomini che hanno chiesto loro di abbandonare la difesa dei cristiani. "Nonostante queste intimidazioni - ha riferito l'avvocato cristiano - continueremo la nostra lotta per la giustizia".

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