Il deficit per coprire i guai

Il governo appare in affanno. Per distrarre l'attenzione da Banca Etruria Renzi ha giocato di fantasia operando sul fronte internazionale con l'attacco ad Angela Merkel e all'Unione europea

Il deficit per coprire i guai

Il governo appare in affanno. Per distrarre l'attenzione da Banca Etruria, e dalle altre banche - salvate con una formula che si potrebbe definire «come fare male il bene» in quanto le banche resuscitate dalle vecchie sono state salvate così bene, che perdono clienti, perché i risparmiatori truffati le disertano - il premier ha giocato di fantasia, operando sul fronte internazionale con l'attacco ad Angela Merkel e all'Unione europea. Ma la guerra a Bruxelles e Berlino riguarda il lato sbagliato, quello del rapporto deficit/Pil previsto nella legge di stabilità al 2,4 anziché all'1,8% delle regole vigenti. La flessibilità per il deficit sarebbe accettata, se derivasse da una maggior spesa per investimenti mentre questa è scesa sia nel 2015, sia nel bilancio 2016. Né il governo può invocare la flessibilità, in rapporto alle spese per gli immigrati, perché il vento a Berlino e nei Paesi scandinavi è cambiato, dopo i fatti di Parigi e Colonia. È anche fuori posto la legge sulla abrogazione del reato di immigrazione clandestina, che il nostro governo di fantasisti economici e politici aveva architettato, per accattivarsi i voti della sinistra e che però costa alle casse pubbliche in quanto ci sono i bonus per chi ospita gli immigrati e le maggiori spese per l'ordine pubblico. Un'altra legge che i fantasisti del nuovo Pd avevano messo in cantiere, è quella sulle unioni civili, che piace alla sinistra ed ha come effetto la pensione di reversibilità per il partner che sopravvive. Del resto anche il Jobs Act, ossia il «quo vado» al posto fisso, serve a prender voti, ma costa all'erario perché è sovvenzionato con uno sgravio contributivo che viene prolungato al 2016. La contestazione giusta verso Bruxelles e Berlino sarebbe, invece, quella per la ripulitura delle banche dai 200 miliardi di crediti incagliati. Qui il nostro governo avrebbe buoni argomenti per affrontare il maggior problema del 2016, il varo di una bad bank che si accolli tali debiti a prezzo scontato con una garanzia statale. Tale garanzia non distorce la concorrenza, falsata dai precedenti (...)(...) massicci salvataggi (attuati anche con soldi italiani) delle banche di altri Paesi. Inoltre la Costituzione italiana ha norme di salvaguardia del risparmio che non possono esser violate dalle regole europee. Invece il governo renziano ha come priorità il deficit di bilancio per rimanere al potere. Perciò sostiene le unioni civili per dare la pensione di reversibilità a chi sopravvive, a spese del bilancio Inps; non vuole espulsioni degli immigrati clandestini; adotta la trasformazione del canone Rai in tassa riscossa dalle società elettriche per trasformare la Rai in uno strumento del governo, da cui essa dipende per la sua fiscalità; salva tutti gli enti pubblici, rimpiazzando gli amministratori con un unico ad per lo stesso obbiettivo di potere. Con questo barcamenarsi e col rifiuto a ridurre il deficit, il nostro governo e il suo leader, che si trovano in tante nuove difficoltà, aumentano la probabilità che la Commissione europea obblighi l'Italia a subire la procedura di salvataggio delle banche mediante il Fondo Salva Stati, che ci toglierebbe l'autonomia decisionale e ci metterebbe, di fatto, sotto la Bundesbank, come è accaduto nel caso della Spagna. La quale però almeno - indennizzò i titolari di azioni e di obbligazioni truffati.

Mentre in Italia, adesso, per loro, «il posto a tavola» manca. Non rientrano nelle caselle del Jobs Act, delle unioni civili, dei profughi, dei quadri Rai e dei posti fissi dei Comuni e delle Province allargate.Francesco Forte

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