Denis Verdini agli arresti domiciliari. Ma la misura è provvisoria

Denis Verdini lascia il carcere di Rebibbia e va ai domiciliari, a Firenze. Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Roma. Verdini era rinchiuso dal 3 novembre scorso, dopo una condanna definitiva nell'ambito del processo sull'ex Credito cooperativo fiorentino

Denis Verdini agli arresti domiciliari. Ma la misura è provvisoria

L'ex senatore Denis Verdini, dal 3 novembre scorso in carcere per una condanna definitiva nell'ambito del processo sull'ex Credito cooperativo fiorentino, ha ottenuto gli arresti domiciliari, che sconterà nella sua villa di Firenze. Il Tribunale di sorveglianza di Roma glieli ha concessi tenuto conto dell'emergenza sanitaria scoppiata al carcere di Rebibbia per un focolaio di Covid-19, che in questi giorni ha fatto registrare 90 contagiati tra i detenuti, "e in considerazione delle condizioni di salute di Verdini e della sua età.

Nel provvedimento si legge che "alla luce della emergenza epidemiologica covid-19 attualmente in atto in alcuni reparti dell'Istituto di detenzione le condizioni di salute del detenuto, in particolare quelle cardio respiratorie croniche già compromesse, potrebbero essere poste a serio rischio di peggioramento dalla possibile diffusione del virus in ambito carcerario e comunque non adeguatamente gestite in ambito penitenziario, con l'ausilio di strutture esterne, in considerazione del significativo sovraccarico a livello nazionale dei presidi ospedalieri attualmente prevalentemente dedicati ad affrontare la pandemia. Il detenuto, inoltre - si legge ancora - necessita di urgenti accertamenti diagnostici che non è sicuro potranno essere garantiti nei tempi stabiliti".

Il giudice di sorveglianza spiega, inoltre, che "in considerazione dei gravi reati in espiazione e del lontano fine pena, appare opportuno disporre la detenzione domiciliare, misura questa che consentirà all'interessato di espiare la pena e nel contempo assicurare le necessarie cure e trattamenti per le patologie da cui è affetto, cosi contemperando esigenze di prevenzione sociale e tutela del suo diritto

alla salute sino alla decisione del tribunale di sorveglianza (peraltro tra pochi mesi, al compimento del 70° anno di età, il condannato potrebbe beneficiare comunque della misura della detenzione domiciliare)".

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