Nella vita di coppia l’infedeltà è una sciagura, ma anche il noioso tran tran relazionale non scherza... Il dibattito avviato l’altro giorno sul nostro Giornale dalla lettera di Osvaldo A. ha entusiasmato i lettori, che ci hanno scritto a loro volta decine e decine di lettere. Il tema sembra davvero di interesse concreto per tutti, più o meno giovani, in coppia e non, separati o felicemente sposati, con la fede o single: perché la vita a due riguarda tutti. C’è chi giudica le corna come il peggiore dei mali e chi invece vede nel «grigiore» di coppia la vera tomba dell’amore. Il dibattito continua anche oggi. Le email inviate al nostro sito verranno pubblicate anche domani sull’edizione cartacea del Giornale
Mi piace dire la mia sulla vicenda del signor Osvaldo e sulle vicissitudini dei suoi due, sfortunati, matrimoni. Premessa: io e mia moglie siamo sposati felicemente (e molto) da 42anni ma la noia non l’abbiamo mai incontrata. Non siamo due vecchietti che si limitano a tenersi per mano. Siamo persone vivaci con molti interessi. La faccio breve: Osvaldo dice che la sua sposa (la seconda) lo infastidisce. In pratica non le piace più. Si è mai chiesto se lui infastidisce lei? Lui non ritiene di sbagliare nel tradire la moglie (la prima), ma prova un dolore atroce quando lei gli rivela, usando parole misere, che anche lui è cornuto. Che egoismo! Non si parla di figli: non sono arrivati o non sono stati voluti? Se vale il secondo caso, ripeto: che egoismo! Ma quando si è sposato a che cosa pensava? Che cosa voleva dalla vita a due? Che doveva solo essere amato (e magari riverito) o che doveva anche amare? Un suggerimento brutale: pensi meno a se stesso e un po’ più agli altri.
Gianpiero Guenzi
Il matrimonio?
Un punto di partenza
Ho 48 anni e sono sposata da 25. Vorrei solo dire questo: il matrimonio non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Non ci si sposa «per stare tranquilli e in pace », ma per costruire insieme, avere obbiettivi comuni e comune sentire. L’amore cambia, si modifica e non sempre in peggio, la passione può lasciare spazio ad altre intimità. Si cresce insieme e si costituisce una piccola società di mutuo soccorso. Non è per niente facile e i giorni «no» possono essere tanti, ma al di fuori cosa c’è?
M.A.
Se l’unica cosa che conta è la voglia di stare insieme
Accettarsi diventa sempre più difficile, l’importante è la voglia di vivere insieme.
Roberto Mennuni
La routine, brutta bestia. Ma la fedeltà è cosa sacra
Il matrimonio oggi come non mai è un percorso molto difficile da portare avanti ma sicuramente non si riuscirà a farlo senza un impegno costante e continuo da parte dei coniugi. La fedeltà è importante per una infinità di ragioni e sta a noi autodisciplinarsi per far sì che non si commetta mai l’errore di violarla. La routine è altresì pericolosa ma non bisogna mai aspettarsi che dall’esterno arrivino soluzioni e ricette per non caderle dentro. Il proprio impegno è necessario sempre e comunque.
M. E. Ruggiano
Esiste una terza via tra amante e rompiballe
Ho letto con interesse e attenzione lo sfogo personale di Osvaldo, giustamente, ma curiosamente, pubblicato in prima pagina. Premetto che sono uno psichiatra e che la maggior parte del mio lavoro consiste proprio nell’aiutare le persone,quando e se ci riesco, a risolvere problemi analoghi ai suoi: ciò non significa che lei abbia bisogno di uno specialista, ma forse un parere un po’ più«tecnico»potrebbe esserle utile. Mi sembra che, al momento, lei sia combattuto nell’alternativa tra la donna «puttana» e la donna «rompiballe»: una certa rigidità emotiva la induce a credere che non ci siano altre possibilità, ma non è così evidentemente. Forse è arrivato il momento che lei dirotti la sua attenzione dagli altri per concentrarla un po’ di più su se stesso. Non troverà la soluzione del problema nelle pagine di un quotidiano e neppure nei pareri di amici e colleghi, spesso banali, preconfezionati se non addirittura conditi di un pizzico di sadismo. Credo che la soluzione sia dentro di lei e non fuori, perciò ho solo due suggerimenti da darle: smetta di parlare degli altri con gli altri e cominci a parlare di sé con una sola persona, uno psicologo in grado di aiutarla a modificare i suoi vissuti emotivi e, quindi, a tollerare meglio l’impatto con le inevitabili frustrazioni che la vita ci propone.
Giuseppe Magnarapa
La separazione è un lutto. Ma mi risposo: terza volta
Ho 58 anni, non ho figli, ho avuto un divorzio, una separazione e ho una terza convivenza. Il primo matrimoni è durato 15 anni, il secondo, tra convivenza e unione civile, quasi 10, ho una terza convivenza da 3 anni. Vorrei esprimere qualche chiaro concetto dettato dalle mie esperienze. La separazione è una disgrazia, direi un lutto che come tale va elaborato. La paura di rimanere soli è brutta cosigliera. Dare fiducia e averla in un nuovo rapporto è molto importante, nel senso che non bisogna far pesare i propri fallimenti nella nuova relazione. È difficile perché tanta vita vissuta dietro le spalle è piena di «file» che a volte si aprono e creano destabilizzazione e che chi è vicino a noi coglie creando insicurezze che vanno chiarite «parlando » non chiudendosi. Chi decide di starci vicino lo merita. Certo, se ci infiliamo nel luogo comune, che la nuova esperienza potrebbe essere a fini anche di interesse, non la finiamo più, ma ognuno di noi credo possa valutare la persona che ha vicino giorno dopo giorno perché le intenzioni nel tempo possono cambiare, naturalmente da ambo le parti. Detto questo, dico che alla separazione è meglio non arrivarci ma non è facile perché quando accade la rottura, è già troppo tardi. Bisogna tener salda l’unione nel tempo vissuto insieme, dopo è tardi... Le carte sono già giocate. Nonostante tutto, penso mi sposerò una terza volta perché credo a una donna e un uomo che si rispettano, soffrono si sacrificano per stare insieme.
PS. Non ho parlato di corna. Quelle si possono anche superare, ma non serve.
Marco C.
Osvaldo, impari a stirare E basta coi matrimoni
Ma lei, signor Osvaldo, perché si sposa? Credo farebbe bene a chiarirsi queste motivazioni, prima di tutto. Dice di avere praticamente buttato alle ortiche il suo primo matrimonio (peraltro passionale e allietato da una figlia) per via dei suoi continui tradimenti (sic!). Il secondo matrimonio nasce su basi più ragionate, per farsi compagnia, ma è diventato una palla al piede. Forse lei non è adatto al matrimonio. O non ha la costanza di costruire nel tempo. O magari, le donne, sotto sotto, la infastidiscono alla lunga. Se ne faccia una ragione: impari a cucinare e a stirare. Per il sesso, dati i tempi correnti, basta chiedere, con belle maniere, così magari le torna l’appetito. Si trovi qualche passatempo sano, la corsa, il nuoto o, se se lo può permettere, il golf. Vedrà che le farà bene stare all’aria aperta, e lo farà sia al fisico che alla mente!
Serenella Allegrini
Chi si è sposato in chiesa cerchi l’aiuto di Dio
Carissimi colleghi sposati, ho letto con molta attenzione sia la bella (perché sincera) mail di Osvaldo, sia le altrettanto belle risposte di molti altri colleghi sposati. In tutti gli scritti, alla fine, viene fuori la constatazione delle difficoltà matrimoniali e si arriva al fatidico dilemma: noia o corna. Importanti variazioni sul tema introducono poi suggerimenti vari come il parlarsi di più, l’uscire spesso, pensare alle proprie colpe, ecc... A me però sembra che non basti ancora e allora ho una proposta. Chi ci ha sposati è stato un prete in chiesa. Di fronte a lui e ai testimoni abbiamo giurato fedeltà eterna. E allora bisogna avere l’umiltà di cercare quell’aiuto di Dio, di fronte al quale ci siamo impegnati nell’avventura più bella della nostra vita. Gruppi parrocchiali o semplicemente fraternità di famiglie che parlano della loro vita sono in tutte le città d’Italia, basta cercarle. Io conosco quelle di C.L., dei Focolarini o dell’Opus Dei e devo dire che sono famiglie e coppie assai gioiose, a me sembra senza corna né noia.
PS. Chi non è sposato in chiesa si può rivolgere al sindaco oppure iniziare a capire che senza Dio nessun rapporto umano è eterno.
Marco Palmisano
La donna faccia la donna. E basta pianti per amore
Osvaldo, signore maturo in carriera, chiede consiglio: io in genere non ne chiedo mai perché so sbagliare da solo. Poi siamo condizionati dal determinismo genetico e ognuno agisce in base ai segnali del limbico condizionato dal Dna, difficile cambiare. Comunque direi: 1. Scegliere una donna autonoma che non possa dissanguarti con gli alimenti. 2. Convivere a lungo finché non si è sicuri che sia la donna giusta, può sempre cambiare dopo il matrimonio, è un rischio. 3. Non piangere mai per amore, è la cosa più volatile che possa esistere, come la famiglia. Dipende dal fatto che la donna non fa più la femmina e vuole fare il maschio, allora diventa un connubio omosex. Temo sia una crisi strutturale, come quella economica attuale.
Fausto Orazi
Separata e felice ma ho imparato la lezione
Sono rimasta basita dall’immaturità (senza offesa) di questo uomo di 47 anni, che ha già un matrimonio finito alle spalle. Sembra proprio che la lezione precedente non gli sia servita a niente! Quando pensa di maturare questo signore e sforzarsi di lasciare la nuova moglie senza essere spaventato dalla sua futura situazione economica? Il matrimonio non è un contratto finanziario, è tutt’altro. Sono una donna di 50 anni con un figlio di 24, separata felicemente da 14 anni e «mai più» legata sentimentalmente a nessuno, per scelta, ovviamente. Quello che posso fare è raccontarvi la mia esperienza. Sono stata sposata per 10 anni e ho sputato l’anima per far capire all’allora mio marito che il matrimonio si fa in due, ovvero la voglia di capire l’altro deve essere messa a volte alterne da entrambi. Le corna e la noia sono figlie di un rapporto che non ha più complicità e serenità (o, diciamolo, leggerezza), che non si comprano in chiesa o in Comune al momento del sì, ma si costruiscono con amore e senso di responsabilità. Il matrimonio è fatica quotidiana, ma la vera coppia deve prenderne atto e ritagliarsi una serata al mese o ogni quindici giorni da dedicare a se stessa (una pizza,un film al cinema),senza figli,parenti invadenti o amici, parlando e ascoltando i problemi altrui, riflettendo su come uscirne e mantenendo la gioia di ricominciare ogni giorno con gli stessi obbiettivi comuni e tendendo la mano al partner più debole in quel periodo. L’amore è come una pianta, va nutrito e controllato dai parassiti che possono aggredirlo e farlo morire.
Maria Cristina
Facciamoci tutti un esame di coscienza
A me sembra che attualmente, come la politica e i comportamenti individuali, non ci sia alcun rispetto per l’altro e che quindi appena ci sono dei contrasti ci si erge a giudici insindacabili. Mettiamo in discussione tutto, ma proprio tutto, anche quando abbiamo torto marcio. Un esame di coscienza individuale e collettivo non ci farebbe male. Siamo sull’orlo di un precipizio esistenziale e soprattutto morale, che...forse ci farà bene. Saremo costretti a ricominciare tutto da capo.
Maria Rosaria Fraulini
Il segreto dell’amore?
Vedersi molto poco
Il segreto è «star lontani il più possibile », io sono in coppia con la stessa donna da 20 anni e ci vediamo poco. Ed è ancora un piacere.
Maurizio Gadaldi
Bella, giovane e colta Che ci faccio ancora qui?
Mi associo al «grido di dolore» sulla vita di coppia. Mi presento senza falsa modestia: bella donna, colta (ahi ahi per qualcuno) ancora giovane, sposata, madre di tre bei ragazzi e con un marito sempre inaffidabile, disattento e talvolta verbalmente violento. Allora ma che cifaccio ancora qui?L’ho molto amato quest’uomo, la sua ruvidezza l’ho scambiata per tanto tempo nel tratto di una personalità da orso, ora complici una lunga e accurata riflessione e confronto con amici che mi vogliono bene, ho capito- meglio tardi che mai, vero?che la sua condotta nei miei confronti è sempre più falsa, manipolatrice ecc... Dice che mi amava, ma che non ero la moglie secondo il suo schema mentale di riferimento: casa, cucina, letto come insegnano i tedeschi. Io sono solo laureata, lavoro e uso le mie risorse con e per la famiglia, sono brava e oculata nelle spese, talvolta riesco anche a fare modestissimi risparmi che evaporano subito per le necessità quotidiane perché, sembra assurdo, il signore (famiglia importante ma piuttosto decaduta, attualmente velleitaria) non mette da sempre soldi in casa, per portare avanti gli affari dei quali si occupa, con un certo successo nel passato, ora meno. Ho collaborato sempre ritenendolo mio dovere, per il futuro dei figli, perché sono stata educata così. Ho coltivato vari interessi, lettura, cinema, teatro: non ha partecipato quasi mai, mi hanno accompagnato le amiche. Ora vorrei il vostro parere: che ci faccio ancora qui? Ha già detto che se vado via non mi darà nessun appartamento e come posso da sola superare questo problema? Le mie risorse sono modeste... Però è ora che io decida di tagliare quei legami che mi fanno vivere con tristezza un quotidiano che potrebbe essere diverso. Chiedo consigli concreti e anche pareri di chi magari sta vivendo o ha già vissuto vicende simili. Mi risponda presto, è un’emergenza!
Mirella
Peggio sempre le corna perché il grigiore resta
Io penso che in questo mondo che va di corsa siano peggio le corna, perché la noia per chi crede in quello che fa non esiste, in quanto la gioia di condividere i propri successi con la persona che si ha accanto è superiore a tutto, mentre le corna sono un sintomo di apatia del solito menage quotidiano, sia di coppia che lavorativo, e allora si cercano emozioni in storie che ti danno soltanto la sensazione di aver vinto il grigiore. Ma non è così.
Pier Giovanni Billi
Amore è bello...
purché sia novello
Ahimè, credo proprio che andrò fuori tema. Ma sì, diciamolo chiaro, «amore è bello purché sia novello».E c’è anche la rima! Ma poi? Ullallà, carissimi tutti, ma poi, se il rapporto è già su una lunga scadenza, c'è... c'è... lo volete proprio sapere? Ma c’è la dedizione verso colei o colui che è stato un Amore! Confesso che non ho mai tradito la mia partner, (forse arrossisco un poco ma è così), né mia moglie (ora sono vedovo), né mie compagne sia prima che dopo il mio matrimonio. Ecco il fuori tema: il fatto è che i miei rapporti al di fuori del matrimonio non possono essere arrivati alla noia perché sono durati quasi tutti non più di tre anni. «Il numero perfetto», subito proclameranno i malpensanti. No, no, non si sa perché si arrivi alla fine: qualche frase che superi la suscettibilità del partner; uno dei due che sia stato troppo condiscendente e a un certo punto dice a se stesso:ma perché?O altro.E sono rimasto sempre in buonissimi rapporti anche dopo, almeno in due casi con un risveglio di sensi. Allora che rimane? Le dedizione, carissimi, per chi è in grado di sentirsela in cuore, e se il tempo ha cementato un rapporto d’amore.
Elio di Novara
Alla noia c’è rimedio L’infedeltà è per sempre
La
Andrea Paganini
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