Una volta si parlava di familiarità. Certe malattie, più o meno gravi, ma anche la stessa longevità, si pensava fossero scritte indelebilmente nei nostri geni e che, come caratteri ereditari, fossero inevitabili. Durante il convegno «Invecchiamento e prevenzione delle patologie croniche», organizzato da Named, in collaborazione con la Simf (Società italiana di medicina funzionale) e con l'Accademia di nutrizione antiaging, sono state elencate le potenti armi di cui disponiamo per poter rallentare l'avanzata della vecchiaia e di tutte quelle malattie incombenti delle quali l'ambiente esterno favorisce l'incedere, come il Parkinson, l'Alzheimer e altre patologie virali provocate, a esempio, da stati infiammatori (come i tumori).
Il segreto per assicurarsi una sana longevità? Tutti gli studiosi e gli esperti sono concordi nell'additare e condannare lo stress ossidativo e l'acidosi come corresponsabili dell'invecchiamento e dello sviluppo di malattie croniche, con l'inefficienza del sistema immunitario. Come testimonia, infatti il prof. Luc Montagnier: «Con le difese immunitarie inefficaci gli agenti virali e batterici che incontriamo hanno facile via d'accesso, possono agire indisturbati, fino a causare vere e proprie mutazioni genetiche. E quando, allo stress ossidativo, si associano infezioni virali e batteriche, il ciclo diventa irreversibile».
Tra i fattori chiave che ci aiutano ad acquistare, o ci fanno perdere salute nel tempo, abbiamo, naturalmente, l'alimentazione. Un regime alimentare corretto, difficile da rispettare, soprattutto da coloro che soffrono già di problemi di salute come la celiachia o da chi sta seguendo terapie specifiche, spesso, non è sufficiente: ecco perché è utile ricorrere agli integratori che sopperiscano a eventuali carenze nutrizionali.
I nutrigenomici come FPP, la «Fermented Papaya Preparation» (o Immun'Âge), ma anche i sali minerali «basici» (la linea è BASEN, distribuita in Italia da Named), per esempio, oltre a contribuire allo smaltimento delle scorie metaboliche che generano processi infiammatori, aiutano a deacidificare l'ambiente
extra-cellulare. Quest'ultima funzione potrebbe essere quella determinante perché «la deacidificazione - come spiega Stefano Fais, dell'Istituto Superiore di Sanità - sembra avere effetti diretti sulla crescita delle cellule tumorali».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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