Sempre più frequenti le notizie sulle violenze di genere. Sempre maggiore il numero di donne che diventano bersaglio di uomini violenti. Non c'è differenza sociale o culturale. La violenza si somiglia tutta.
Proprio di questo parlano le donne islamiche italiane. Fanno parte del dipartimento "Fatima" , la sezione femminile dell'Anmi, l'associazione nazionale musulmani italiani. Lanciano durissime accuse di omertà verso la comunità islamica maschile italiana sulle violenze di genere. Dal Dipartimento fanno sapere che il fenomeno delle violenza sulle donne, specialmente immigrate, con problemi linguistici e sposate con uomini che hanno un background culturale legato al Paese di provenienza, alla prepotenza patriarcale, è un fenomeno da tutti conosciuto e, tranne qualche rara eccezione (qualche progetto e qualche moschea), viene spesso coperto dalla comunità islamica locale e dagli Imam che cercando di mediare arrecando ulteriore danno.
A darne notizia è il quotidiano online "Dailymuslim.it". A quanto pare non si tratta solo di violenza fisica. Molti uomini fanno pressioni anche in relazione ai permessi di soggiorno, ai figli. E poi c'è il problema del divorzio islamico che nel diritto italiano è ancora al vaglio della Corte di Cassazione riguardo il caso di un matrimonio palestinese. In questo caso il marito di doppia nazionalità, italiana e georgiana, ha chiesto il divorzio ottenuto da un tribunale palestinese che però si rifà alla Shari'a. I giudici palestinesi, cioè, hanno accolto la sentenza di divorzio basandosi sul Corano e le Sunne.
Insomma le donne islamiche devono sottostare a violenze fisiche, ma anche a pressioni psicologiche o subire comunque la volontà dei mariti.
In una nota le donne islamiche dicono lanciando un appello: "Noi del Dipartimento Fatima, che siamo donne e alcune di noi hanno subito questa violenza in prima persona, abbiamo deciso di dire basta, siamo stanche di questo velo di omertà che opprime le donne in stato di bisogno, senza che la comunità le supporti, queste donne che non sanno a chi rivolgersi e a volte minacciate di ritornare nel Paese di provenienza, subiscono tali forme di violenza senza poter reagire. Siamo a disposizione con il nostro staff di professionisti e legali a supportare in tutto le nostre sorelle che ci chiedono aiuto e vogliamo lanciare loro questo messaggio: non siete sole".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.