A due anni dalla tragedia della Costa Concordia Schettino: dolore indelebile

Oggi i naufraghi saranno in aula per ricordare le 32 vittime con una sorta di sit-in promosso dagli avvocati di parte civile

L'ex comandante Schettino parla con l'avvocato Massimiliano Gabrielli
L'ex comandante Schettino parla con l'avvocato Massimiliano Gabrielli

Due anni dalla tragedia del Giglio, ma il ricordo di quel 13 gennaio 2012 è ancora vivido. Oggi i naufraghi della Costa Concordia sono andati in aula, al Teatro Moderno di Grosseto, per ricordare le 32 vittime con una sorta di sit in promosso dagli avvocati di parte civile riuniti nel pool Giustizia per la Concordia. Il capitano della nave, Francesco Schettino, ha espresso "profondo cordoglio" e "dolore indelebile per tutti noi". Schettino non sarà presente all’udienza odierna del processo che lo vede imputato. "Esprimo il mio più profondo cordoglio e rinnovo la mia vicinanza ai famigliari delle vittime. Mi associo al silenzio commemorativo in aula che rinnova un dolore indelebile per tutto noi": ha dichiarato il comandante, aggiungendo che "purtroppo non sarò presente (in aula, ndr) a seguito dell’adesione dei miei legali allo sciopero degli avvocati penalisti italiani in programma da oggi al 15 gennaio".

Dove andrà a finire il relitto?

L’Osservatorio di monitoraggio sulla Costa Concordia aspetta il progetto, con tutti i dettagli, per la rimessa in galleggiamento e la rimozione dall’isola del Giglio della nave da crociera con oltre quattromila passeggeri naufragata due anni fa agli scogli della Gabbianara. E forse i progetti e i piani che saranno presentati potrebbero essere più di uno, assieme alle possibili destinazioni che vedono con Piombino altri undici porti e società aver risposto al bando pubblicato qualche mese fa dall’armatore: porti di sei paesi diversi, dalla Turchia alla Norvegia, dalla Francia al Regno Unito fino alla Cina. È quanto si legge in una nota della Regione Toscana.

Codacons: troppi misteri e lacune

"A distanza di due anni dal tragico naufragio - sottolinea il Codacons - sono ancora troppi i misteri che ruotano attorno all’incidente, mentre il processo in corso a Grosseto presenta troppe falle e lacune. I parenti delle vittime non hanno ancora ricevuto giustizia e non è stata fatta chiarezza sulle reali cause che hanno determinato il naufragio - spiega l’associazione -. Il processo sembra andare a senso unico e tenere fino a oggi in scarsa considerazione i malfunzionamenti e le carenze a bordo della Costa Concordia, che potrebbero aver contribuito a determinare i decessi. Per tale motivo il Codacons, unica associazione dei consumatori che sta lottando per la verità, continuerà a battersi in tribunale nell’interesse dei naufraghi e dei parenti delle vittime, perchè siano accertate le reali cause che hanno portato al disastro del 13 gennaio". Intanto oggi il Tribunale di Grosseto, ricorda la nota, "ha accolto l’istanza presentata dal Codacons lo scorso venerdì e ha revocato il
provvedimento con cui era stata preclusa ai difensori la possibilità di salire a bordo del relitto in occasione degli accessi connessi allo svolgimento delle operazioni peritali. Grazie all’istanza del Codacons il Tribunale ha ora ammesso anche gli avvocati, in numero massimo di dieci, a prendere parte alle verifiche a bordo della Costa Concordia".

Furono tutelate persone e ambiente?

"Vorremmo sapere - si chiede l’europarlamentare di Forza Italia, Susy De Martini - se la Commissione europea abbia avviato le procedure per valutare e verificare il rispetto del diritto dell’Unione europea in materia di tutela dell’equipaggio, dei passeggeri e dell’ambiente da parte delle autorità italiane, della compagnia di navigazione e degli organi di certificazione delle norme di prevenzione.

Occorre infatti capire se siano state predisposte prima, durante e dopo il naufragio, le misure necessarie per evitare conseguenze così drammatiche a pochi metri dalla costa. Per questa ragione, ho presentato una interrogazione urgente alla Commissione europea".

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