Arrivano notizie sempre più confortanti rispetto alla variante Omicron che, sebbene stia risultanto maggiormente contagiosa rispetto alle precedenti e che, quindi, diventerà prevalente entro pochi giorni, sembra essere meno aggressiva. Proprio per questo motivo ora gli esperti chiedono che vengano riviste le norme che regolano la quarantena per chi, da vaccinato, entra in contatto con un soggetto che si scopre positivo. Una necessità impellente, secondo alcuni, a fronte dell'altissimo incremento di contagi che sta portando moltissimi italiani alla quarantena preventiva.
Anche Alberto Zangrillo si è speso in questa richiesta, con un post sui social che sostiene la tesi secondo la quale sia necessario ridurre i tempi della quarantena per contatto o, addirittura, eliminarla per evitare la paralisi del Paese entro poche settimane. Come sempre, Alberto Zangrillo non usa mezzi termini per esprimere il suo pensiero in merito e lo fa in modo molto chiaro: "L'isolamento preventivo in quarantena domiciliare per i contatti asintomatici di persone positive è norma che bloccherà l'Italia e farà contenti i lavativi". Solo poche ore fa, il primario dell'ospedale San Raffaele aveva duramente attaccato le lunghe code davanti alle farmacie per effettuare i tamponi.
All'Adnkronos, Alberto Zangrillo ha aggiunto: "È aberrante quello che sta succedendo. Ci vuole buonsenso, l'ho detto già 2 anni fa che andava applicato per affrontare questa pandemia. Così l'Italia è bloccata. A Milano gli assembramenti sono creati da persone in attesa di tampone fuori dalle farmacie. La paranoia da contagio, creata dai media, è una malattia incurabile. Il 99% delle persone positive, anche e soprattutto grazie ai vaccini, sta bene. Non possiamo costringere le persone a fare tamponi per tutto quello che accade. Chi è vaccinato se asintomatico non dovrebbe andare in isolamento. Chi è vaccinato e contagiato, guarisce presto. Questo osservano i medici oggi".
Come sottolinea il primario dell'ospedale San Raffaele, i dati al momento a disposizione non sembrano dare indicazioni sulla possibilità che l'aumento dei contagi possa tramutarsi un una pressione insostenibile sugli ospedali: "Se qualcuno sostiene il contrario si assuma la responsabilità di gridare 'al lupo al lupo'". E proprio dal fronte sanitario, Zangrillo aggiunge su Twitter: "In pronto soccorso mi sono fermato a parlare con i ragazzi della Croce Bianca: 'A Milano nessuna pressione, solita routine'. Perché i media ci raccontano altro?"
Il pensiero di Alberto Zangrillo è condiviso dalla maggior parte dei suoi colleghi, che ora temono un'ondata di persone chiuse in isolamento, non per contagio ma per contatto. "Le regole del tracciamento e della quarantena vanno subito riscritte", ha tuonato l'esperto di Igiene e Medicina preventiva Pier Luigi Lopalco. L'ex assessore alla Salure della Regione Puglia ha aggiunto: "Bisognerebbe in questa fase dare la priorità per l'accertamento con il tampone ai sintomatici, in modo da avviare precocemente il trattamento in caso di positività. Ai contatti asintomatici vaccinati prescrivere semplici regole di precauzione per evitare che entrino in contatto stretto con soggetti fragili. Ai contatti non vaccinati, isolamento per 21 giorni senza tampone di conferma".
Accanto agli esperti della salute, anche la politica ora invoca un cambiamento di rotta. "L'aumento esponenziale dei contagi, mentre crescono in modo lineare i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari, conferma che la variante Omicron si diffonde più rapidamente ma sembra essere meno pericolosa", ha detto la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini. La senatrice azzurra messo in evidenza che "il problema da affrontare subito è la regola dei tamponi e delle quarantene, che va rivista se non vogliamo che a metà gennaio ci siano milioni di italiani chiusi in casa solo per aver intercettato un positivo. Sarebbe una sorta di lockdown surrettizio in grado di bloccare il Paese". Anche i presidenti di Regione chiedono che vengano cambiate le regole e tra loro ci sono Massimiliano Fedriga e Luca Zaia .
Le pressioni per un cambiamento di rotta arrivano da più parti e anche il Cts, come confermato anche dal generale Francesco Paolo Figliuolo, sembra orientato in questa direzione: "La quarantena da sempre è pensata per ridurre i contagi e sappiamo che questo Covid ha una trasmissibilità
di alcuni giorni, con notevole variabilità, in quanto il tempo di incubazione va da 2 a 14 giorni. C'è quindi un ampio range, all'interno del quale credo sia pensabile discutere di una riduzione della quarantena".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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