Fra i cinque dirigenti vaticani sospesi, a seguito delle perquisizioni alla Segreteria di Stato del Vaticano e all'Aif (Autorità di Informazione Finanziaria), sono tre quelli che saltano maggiormente all'occhio. Si tratta del direttore dell'Aif, Tommaso Di Ruzza, del capo dell'Ufficio informazione e Documentazione, monsignor Mauro Carlino e Vincenzo Mauriello, ai vertici degli uffici della Segreteria.
Il direttore dell'Aif
Tommaso Di Ruzza, 45 anni, divenne nome noto del Vaticano il 5 giugno del 2014, quando il Papa lo nominò vicedirettore dell'Aif. E, come ricorda il Tempo, quando l'anno dopo venne effettuata la prima ispezione dello Ior, conclusasi senza trovare lacune, fu proprio Di Ruzza a sostenere si trattasse "di un concreto segnale dell'efficacia del sistema di antiriciclaggio". Poi, nel 2016, siglò un accordo, in qualità di direttore dell'Aif, con la Banca d'Italia, per rendere più facile e immediato lo scambio di informazioni utili a vigilare sulle operazioni finanziarie illecite. Insomma, un impegno, quello di Di Ruzza, che sembrava votato alla trasparenza e al controllo, per impedire azioni illegali.
Monsignor Mauro Carlino, che vive nella residenza del Papa
Tra gli indagati nell'inchiesta c'è anche lui, che da poche settimane è diventato il capo dell'Ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato (Uid), che ha sede nel Palazzo Apostolico. Carlino, 43 anni, era arrivato a Santa Marta, la residenza di Bergoglio, dopo la "pulizia" messa in atto ad agosto nella Segreteria, subentrando a monsignor Carlo Maria Polvani, che dal 2011 guidava l'Uid. Monsignor Carlini, per molto tempo, ha anche collaborato con l'ex Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu. Carlini ha partecipato a diversi "eventi" della Santa Sede, a partite dalla vittoria della Supercocca della Città del Vaticano, portata a casa dalla squadra dei Musei Vaticani nel 2016, fino all'inaugurazione nel 2018 di una mostra sulla storia del calcio a Roma, arrivando infine alla giornata Giubilare per le Associazioni laicali dell'agosto 2018.
Mauriello, ai vertici della Segreteria
Tra i dirigenti vaticani sospesi spunta anche il nome di uno dei vertici della Segreteria vaticana, Vincenzo Mauriello. Il suo nome era già emerso nell'ambito dell'inchiesta su Vatileaks, quando erano stati forniti alla stampa documenti vaticani riservati. Mauriello, poi, figura anche nei "mea culpa" del Vaticano per i desaparecidos in Argentina. Il "minutante" della segreteria di Stato, però, è stato anche l'avvocato della Santa Sede ad aver firmato un certificato che aveva permesso al vescovo argentino Gustavo Zanchetta di tornare a Roma.
Il vescovo era stato indagato con l'accusa di abusi sessuali su alcuni seminaristi, ma un giudice aveva concesso a Zanchetta di tornare a Roma, dopo aver presentato un documento del Vaticano che chiedeva il suo rientro "per continuare il suo lavoro". Quel documento sarebbe stato firmato anche da Mauriello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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