Il clima impazzito di questo autunno 2022 non ci consegna soltanto ondate di calore fuori stagione ma dobbiamo fare i conti con un insetto molto fastidioso una volta prerogativa soltanto della stagione estiva: la zanzara. Spesso abbiamo sentito dire che fosse la tipologia del sangue di ognuno di noi a rendere un soggetto più vulnerabile rispetto a un altro ("hai il sangue dolce"), che fosse un problema di genetica o addirittura di alimentazione. Adesso, però, uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Cell ha trovato una nuova chiave per spiegare come mai le zanzare scelgono accuratamente una persona piuttosto che un'altra.
Cosa dice lo studio
Il motivo principale delle punture sarebbe dovuto a un particolare odore della pelle che fungerebbe letteralmente da "calamita": secondo i ricercatori, alcune persone procudono delle sostanze chimiche a livello cutaneo che favoriscono la possibilità di essere punti dall'insetto che non resisterebbe a quel richiamo "atterrando" sulla pelle. Per arrivare a questa conclusione, pur con tutti i limiti di uno studio ancora in fase di sviluppo, sono stati raccolti 64 campioni con l'odore della pelle di altrettante persone che hanno indossato calze di nylon sulle braccia per evitare di essere punte davvero.
L'analisi chimica
Gli studiosi hanno poi liberato alcune tipologia di zanzara osservando quale fosse la loro direzione: ebbene, la scelta è stata principalmente verso una tipologia di odore che è stato classificato come 100 volte più forte rispetto a tutti gli altri. In laboratorio, i ricercatori hanno analizzato al fondo i risultati scoprendo che il richiamo più forte era dovuto a elevati livelli di acidi sulla pelle che ogni persone produce in quantità diversa: via via che questi livelli erano più elevati, maggiore sarebbe stata la possibilità di essere punti dall'insetto e viceversa. Il responsabile di tutto è il nostro microbiota cutaneo che produce, o meno, varie tipologie di acidi alcuni dei quali ottimali per le zanzare.
Qual è la soluzione
Al momento, però, le notizie non sono positive: non c'è un antidoto per chi presenta questa problematica. "Se sei una calamita per le zanzare oggi sarai una calamita per le zanzare anche domani", afferma al Corriere Leslie Vosshall, neurobiologa alla Rockefeller University di New York e primo autore dello studio. La ricerca potrebbe scoprire come poter cambiare gli odori chimici della pelle delle persone che le attirano maggiormente e provare a limitarle. Gli studiosi hanno anche provato a intervenire direttamente nei recettori di cui si servono le zanzare per attaccare le loro prede ma con risultati poco soddisfacenti.
"Sbarazzarsi di un singolo recettore non ha alcun effetto - ha aggiunto Vosshall - Qualsiasi tentativo futuro di controllare le zanzare con repellenti o qualsiasi altra cosa deve tenere conto di quanto sia indistruttibile la loro attrazione per noi".
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