Danni alle opere d'arte: è il risultato della protesta ecologista

I responsabili del museo sono stati costretti a chiedere l'intervento dei restauratori e a chiudere la sala per due giorni

Danni alle opere d'arte: è il risultato della protesta ecologista

Nuova incursione degli ecologisti nei musei del Belpaese: ad essere prese di mira, in quest'ultima occasione, sono le Gallerie dell'Accademia di Venezia. L'episodio, come raccontato in una lettera aperta dal direttore Elia Manieri, si è verificato nella mattinata di domenica 4 settembre all'interno di una sala che ospita la "Tempesta" e la "Vecchia" di Giorgione, così come altri capolavori del Cinquecento veneziano.

"Pur vivendo una reale preoccupazione per le condizioni nelle quali versa il pianeta e pur auspicando interventi adeguati per un'inversione di tendenza", dichiara Manieri, "ci vediamo costretti a condannare senza appello le modalità della protesta e desideriamo invitare tutti a una riflessione pacata e approfondita". Non sarebbe stata, infatti, una manifestazione non violenta, così come esplicitato dagli ecologisti prima di mettere in scena la protesta. Gli attivisti si sono resi responsabili di danni a uno speciale vetro antiriflesso posto a protezione della "Tempesta" di Giorgione nonchè alla cornice stessa del dipinto. Ciò ha costretto i responsabili delle Gallerie a richiedere l'intervento dei restauratori.

"Inoltre", racconta ancora il direttore, "la sala interessata, una delle più importanti di tutto il museo, è rimasta chiusa per ben due giorni per consentire i lavori di restauro, causando disagio e proteste da parte dei visitatori arrivati da tutto il mondo per ammirare i capolavori di Giorgione". Un'azione che, pertanto, ha prodotto danni ai beni del museo, richiedendo "interventi economici e di personale per il ripristino della sala e ha causato forti disagi a visitatori incolpevoli".

A rendere più grave l'episodio, spiega ancora Manieri, è il fatto che, comportandosi in quella maniera, gli ecologisti hanno rischiato di compromettere l'incolumità delle stesse opere d'arte, "sulle quali deve intervenire solo personale specializzato e appositamente formato, con tutte le cautele del caso". "Avvicinarsi e toccare importanti dipinti con le mani imbrattate di colla, lasciarsi cadere a terra in maniera scomposta a pochi centimetri dalle opere nel momento in cui agisce il personale di vigilanza", puntualizza il direttore,"compromette la sicurezza del patrimonio artistico. Se si adottano questi comportamenti irresponsabili è alta la probabilità che vengano danneggiati in maniera irreparabile capolavori che costituiscono il patrimonio dell'umanità e che sono bene comune".

Il pianeta non si salverà di certo mettendo a repentaglio l'incolumità dei capolavori del passato. E l'atteggiamento poco virtuoso tenuto dai manifestanti non getta una buona luce sulla causa perorata.

Manieri, infine, invita i responsabili a evitare di rendersi protagonisti di altri episodi del genere, che come unico effetto hanno quello di mettere a rischio il patrimonio artistico nazionale:"Restiamo sempre disponibili, in qualsiasi momento, a un confronto aperto e approfondito, purché sia davvero civile e non violento".

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