L’avviso di garanzia per l’ex pm del caso Denise Pipitone è stato una sorta di ritorsione? È il dubbio, posto come semplificazione giornalistica, che ha percorso la puntata di ieri di “Chi l’ha visto?”: l’ex pm Maria Angioni, recentemente iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di false dichiarazioni al pm, ha raccontato al telefono con l’inviata della trasmissione cosa sia accaduto.
“Mi hanno contestato - ha spiegato Angioni, che ha chiesto l’archiviazione immediata per queste accuse - che quando mi hanno sentita a s.i.t. il 3 maggio, senza darmi i documenti che avevano, infatti io l’ho lamentato, avrei detto delle cose un po’ discordanti da come risulterebbero, dico risulterebbero, dai documenti. Quindi io oggi sono riuscita, grazie al fatto di essere indagata, a poter depositare richiesta di copia di tutti i documenti”.
Sarebbero 2 le discordanze riscontrate sulle affermazioni di Angioni che ha spiegato di aver tuttavia “parlato di mille fatti”. “Cioè, per dire - ha chiarito l’ex pm, oggi giudice del lavoro in Sardegna - io ho detto che era stata installata una telecamera e che poi non funzionava più e che ne ho dovuto attivare un’altra. Loro mi hanno fatto vedere i documenti relativi alla seconda telecamera. […] Anche un’altra cosa che io avrei detto, che avevamo sentito a sommarie informazioni uno. […] E loro invece mi hanno trovato dei documenti che non contengono quelle dichiarazioni. Anche lì devo verificare. Comunque tagliamo la testa al toro. Io il 14 maggio ho presentato un esposto, quindi prima che venisse firmata l’informazione di garanzia. Il punto è questo. Quando mi si è rimproverato: ‘Ma lei parla soltanto dopo 17 anni’, chiaramente io forse adesso penso di potermelo permette di parlare, però ci possono essere dei momenti in cui un magistrato è più giovane, in cui certe reazioni possono essere molto più pesanti”. L'ex pm ha subito personalmente delle minacce tra il 2004 e il 2005, quando era sul caso?
Angioni ha rassicurato di essere a conoscenza dell’avviso di garanzia dal 4 giugno e di aver continuato a parlare perché aveva immaginato cosa sarebbe potuto accadere. Quindi le accuse non sono legate alle recenti dichiarazioni relative al fatto che Denise potrebbe essere viva e trovarsi in una famiglia benestante. Angiorni ha parlato più volte di presunti problemi di corruzione con le forze dell’ordine locali, contro cui la Procura di Marsala si è spesso schierata.
La telecamera cui Angioni ha fatto riferimento è quella installata sul motorino di Jessica Pulizzi, figlia del padre naturale di Denise Piero Pulizzi, che è stata assolta in tre gradi di processo all’accusa di sequestro di persona.
A “Chi l’ha visto?” è stata ripercorsa anche la posizione tenuta dalla stessa Jessica, il numero di telefono sbagliato da lei fornito, e le intercettazioni secondo cui sembrerebbe istruire la sorella minore Alice su ciò che avrebbe dovuto dire agli inquirenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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