Eutanasia e suicidio assistito, le tre religioni monoteiste dicono "no"

Cristianesimo, ebraismo ed islam hanno firmato una dichiarazione congiunta che rilancia un "no" assoluto all'eutanasia e alle altre pratiche eutanasiche

Eutanasia e suicidio assistito, le tre religioni monoteiste dicono "no"

Condivisione assoluta sulla natura negativa dell'eutanasia e del suicidio assistito: questa è la principale conclusione che deriva dalla "Dichiarazione congiunta delle religioni monoteiste abramitiche sulle problematiche del fine vita", che segna un punto decisivo sul pallottoliere del dialogo interreligioso. Cristianesimo, ebraismo e islam sono concordi. La firma sul testo è arrivata nel corso della giornata ieri, dopo una serie di passaggi procedurali coadiuvati pure da Papa Francesco. La cerimonia formale si è svolta presso la Casina Pio IV, quindi in Santa Sede. La bioetica diviene così un nuovo fronte attorno cui lottare contro il relativismo etico, che è considerato pericoloso da ogni contraente del documento.

L'economicizzazione dell'esistenza, con tutto quello che ne consegue, viene contrastata dalle tre religioni monoteiste con pari forza argomentativa. Stando a quanto si apprende da Vatican News, un accento è stato posto proprio sulla necessità di slegare il dato economico da quello bioetico: "Il desiderio del paziente di non essere un onere dal punto di vista finanziario - si legge - non lo induca a scegliere la morte piuttosto che voler ricevere la cura ed il supporto che potrebbero consentirgli di vivere il tempo che gli resta nel conforto e nella tranquillità". L'alternativa alla "buona morte", così come viene chiamata, è stata individuata da tempi non sospetti.

Tanto il cattolicesimo, quanto gli ortodossi, gli ebrei e i musulmani ritengono che le cure palliative costituiscano l'unica risposta plausibile: "...mirano a garantire la migliore qualità di vita ai malati di una malattia incurabile e progressiva, anche quando non possono venire cura", viene approfondito. Questo è un fattore che, per chi ha sottoscritto l'accordo, dovrebbe essere tenuto in considerazione dai governanti. Invece che sdoganare le pratiche eutanasiche, insomma, gli Stati dovrebbero mettere mano alla legislazione sulle cure palliative.

In Italia la questione è divenuta di particolare interesse in seguito alla sentenza della Consulta sul caso di Marco Cappato. Adesso il Parlamento italiano sta lavorando sul "come" riempire il vuoto legislativo. La dichiarazione in oggetto assume così un valore anche simbolico, e di contrasto, nei confronti di ogni tentativo di liberalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito. Papa Francesco, nel corso di questi quasi sette anni di pontificato, ha usato molto decisi sull'argomento. Il passo fatto in queste ore muove nella medesima direzione: trattasi di "valori non negoziabili", quindi non soggetti a dibattiti di sorta.

Vale la pena sottolineare, infine, come gli esponenti delle religioni abramitiche abbiano

anche voluto rimarcare la non sindacabilità della obiezione di coscienza da parte dei medici e di tutti coloro che operano nel settore sanitario. Il diritto ad obiettare deve continuare ad essere considerato come assoluto.

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