La "liberalizzazione dell'eutanasia", come il fronte dei contrari è solito definire i possibili effetti di una soluzione calata dall'alto, una soluzione che però è necessaria per sanare la vacatio legis, sta per debuttare nel nostro sistema giuridico? Circa 72 ore e sapremo.
Il 24 settembre, infatti, a meno di avvenimenti inattesi, la Corte Costituzionale metterà la parola fine sul cosiddetto "caso Cappato". Quello inerente alla vicenda di Dj Fabo. Esiste una lacuna normativa, un ambito senza legislazione di riferimento. Il nostro Parlamento non ha legiferato. Quindi il massimo organo di garanzia è chiamato a sentenziare. Non sono pochi i cattolici a dirsi preoccupati. C'è pure chi, sui social network, espone un angosciato conto alla rovescia. Da tempo, in ogni caso, ci si attende che quell'istituto giuridico e le sue sfumature vengano normate. E da tempo è noto pure che la Corte Costituzionale avrebbe potuto riempire il vuoto. Come sempre accade quando l'oggetto di discussione riguarda la sfera bioetica, la dialettica pubblica è serrata. Favorevoli e contrari, mentre l'orologio scorre, si alternano nel distribuire qualcosa di più di semplici pareri. Papa Francesco, che sui valori non negoziabili è intransigente, ha lanciato due moniti consecutivi, nell'arco di pochi giorni. Segno di come il pontefice della Chiesa cattolica voglia scongiurare uno scenario in grado di dare il via libera a una "strada sbrigativa", come l'ha chiamata ieri, incontrando in udienza la federazione dei chirurghi. All'inizio di settembre aveva ripetuto più o meno gli stessi concetti agli oncologi. Il Papa non ha dubbi: non si tratta di un "diritto", ma di una"falsa compassione".
Del pressing delle istituzioni ecclesiastiche sul premier in carica e sul governo giallorosso avevamo già parlato. Tra le due forze di maggioranza, il soggetto politico più convinto della "liberalizzazione" sembra il MoVimento 5 Stelle. Pure il Partito Democratico, specie in passato, si è espresso in favore, con tanto di "ok" a un provvedimento legislativo da parte del segretario Nicola Zingaretti. Questo è un terreno su cui MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico possono incontrarsi. Ma dai palazzi della politica non arrivano novità di rilievo. "Si tratta di strade sbrigative di fronte a scelte che non sono, come potrebbero sembrare, espressione di libertà della persona, quando includono lo scarto del malato come possibilità, o falsa compassione di fronte alla richiesta di essere aiutati ad anticipare la morte", ha ribadito il pontefice argentino, secondo quanto si apprende dalla Lapresse. Anche le pratiche eutanasiche fanno parte di quella "cultura dello scarto" che Jorge Mario Bergoglio cita spesso in relazione alla gestione dei fenomeni migratori.
Gli ha fatto eco mons. Marcianò, sottolineando come un cattolico che voglia definirsi tale non può tentennare sulla "buona morte":"Può anche darsi che ci sia chi si spaccia per cattolico ma che non condivida. C'è libertà di pensiero ma questi sono temi che riguardano valori fondanti, del Cristianesimo ma anche della società civile", ha dichiarato ieri, stando all'Adnkronos. Gli ecclesiastici italiani sono tutti contro l'eutanasia. Questa volta non ci sono eccezioni. Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, si è auspicato una mossa da parte del Parlamento italiano, ma non si intravede granché. Per ora c'è un nulla di fatto.
Allora, come rimarcato da Il Messaggero, la Chiesa cattolica si trova in stato
di "allarme". L'eutanasia in Italia, anche per le radici cristiano-cattoliche italiane, è sempre stata un tabù, ma tra qualche giorno questa dimensione, che è tanto culturale quanto legislativa, potrebbe cambiare di netto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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