E uno si chiede come fa. E anche perché lo fa. Il fatto di non avere una risposta segna tutta la differenza che c'è tra un uomo normale e lo sportivo italiano più forte. Forse di sempre.
Valentino Rossi vince a 37 anni come se ne avesse 15 in meno. Ed è qui che scatta la domanda: come fa? E perché? Dopo nove mondiali vinti, il decimo perso all'ultima gara. Dopo essere stato considerato il pilota di moto più importante della storia. Ecco, dopo tutto questo, parte dalla terza fila e comincia una gara come meglio non si può fare. Supera Lorenzo, supera Marquez e con loro anche le scorie del mondiale dell'anno scorso in cui quei due erano alleati contro Vale.
L'ultima gara vinta prima di questa di Barcellona era stata ancora in Spagna, a Jerez de la Frontera. Come un simbolo, o un segno.
Rossi vince con fame, con voglia, con grinta, combattendo sempre con il tempo e con gli avversari. Vince appunto come se non fosse il campione che è, ma uno che deve ancora dimostrare di esserlo.
È quello che l'ha portato l'anno scorso a sfiorare il mondiale numero 10 ed è quello che lo porta adesso a scontrarsi con avversari appunto 15 anni più giovani di lui. Il che apre a un'altra domanda: può esserci questo sport senza uno così? Perché nessuno oggi può immaginare la MotoGp senza Valentino. E senza gare come quella di ieri.
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