Ha 60 anni e a guardare il bilancio 2016, Fincantieri gode di buona salute: l’anno scorso si sono registrati 4,43 miliardi di ricavi con un aumento del 5,9% grazie soprattutto all’area di business navi da crociera (che incidono per il 44%), un margine operativo lordo positivo per 267 milioni e un utile netto di 25 milioni. Il trend positivo è stato confermato anche dai conti del I semestre, che mostrano ricavi in aumento dell’1,3%, un Ebitda migliorato di oltre il 20%, utile di 11 mln e ordini per 4,3 mld. Uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo, l’azienda era di proprietà dell’Iri fin dalla sua fondazione, nato dallo scorporo del comparto cantieristico da Finmeccanica. Ma la sua storia risale a molto tempo prima, quando gli ex Regi cantieri italiani furono sottoposti nel 1939 ad una radicale operazione di ristrutturazione per essere ceduti ad una società privata. Quando poi il comparto venne nel 1959 affidato alla neonata Finmeccanica, il settore cantieristico navale si avviava verso una profonda crisi, fino a quando vennero dapprima accorpati i cantieri di Monfalcone, Sestri e Castellamare e poi l’azienda iniziò ad assumere il controllo di diverse società di riparazione navale e poi grazie al rilancio delle produzioni militari dagli ampi margini di profitto, riprese quota.
Dopo una nuova riorganizzazione avviata negli anni Ottanta, il decennio successivo vide un declino della cantieristica pubblica e a questo punto divenne decisiva la scelta di lanciarsi nel settore delle navi da crociera, un comparto del turismo che era in forte crescita. Nel giro di poco tempo, Fincantieri diventa leader mondiale. Nel 2014 è poi approdata in Borsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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