Foggia, tunisino semina il caos in questura: ora dietro le sbarre

Fermato dopo una rissa, lo straniero ha minacciato gli agenti, per poi esibirsi in gesti autolesionistici. Salvato dagli uomini in divisa, ha successivamente tentato di corromperne uno, minacciato di morte dopo il netto rifiuto

Foggia, tunisino semina il caos in questura: ora dietro le sbarre

Tensioni ieri a Foggia, dove i rappresentanti delle forze dell'ordine hanno dovuto occuparsi dell'ennesima rissa andata in scena fra cittadini stranieri, per poi affrontare le intemperanze di un giovane tunisino, che ha addirittura cercato di corromperli.

Tutto è cominciato intorno alle 18, quando alcuni cittadini hanno segnalato una violenta lite fra extracomunitari che si stava svolgendo in via Piave (quartiere Ferrovia). In breve gli uomini della questura di Foggia hanno raggiunto la zona, ma al loro arrivo molti dei partecipanti erano già riusciti ad allontanarsi. Ad attenderli un agente fuori servizio, che aveva assistito suo malgrado allo scontro ed ha potuto aiutare i colleghi nell'identificazione dei responsabili.

È stato sufficiente un veloce giro di ricognizione nelle strade limitrofe per individuare almeno due degli stranieri coinvolti. Il primo si è spontaneamente avvicinato all'auto d'ordinanza, mostrandosi sofferente ed inscenando un malore. L'extracomunitario è stato comunque soccorso ed affidato alle cure dei sanitari del 118. Il secondo straniero, il tunisino, ha invece reagito in maniera ben diversa alla presenza dei poliziotti. Dopo aver sfoderato il cellulare, ha cominciato ad imprecare contro gli agenti, minacciandoli di morte e dichiarando di stare trasmettendo tutto in diretta su Facebook. Quest'ultima informazione non ha minimamente scalfito gli uomini in divisa, che hanno cercato di catturarlo, vedendosi scagliare contro lo smartphone. A ciò ha fatto seguito una colluttazione, dopo la quale il nordafricano è stato immobilizzato e tradotto in centrale. Qui i disordini sono proseguiti, in quanto il soggetto è riuscito ad afferrare e ad ingoiare una piccola vite metallica, accusando da subito dei problemi respiratori. Il pronto intervento degli agenti ha permesso di salvare la vita al tunisino, che ha espulso il corpo estraneo. Ciò non è stato comunque sufficiente a placare le sue intemperanze.

Il 30enne si è infatti scagliato contro gli uomini che lo avevano appena soccorso, tempestandoli di calci e pugni. La situazione è degenerata a tal punto che i poliziotti hanno dovuto richiedere l'intervento di un'ambulanza, dopo esser stati costretti a bloccare il magrebino con i dispositivi a loro disposizione.

Finalmente immobilizzato, quest'ultimo ha allora tentato di giocarsi l'ultima carta, provando a corrompere un agente. Se il poliziotto lo avesse liberato, avrebbe ricevuto in cambio dei diamanti. L'agente ha ovviamente declinato l'offerta, e per tale ragione è stato minacciato di morte dal tunisino, che ha promesso di tagliargli la gola.

Dopo avere seminato il caos in questura, il nordafricano è quindi finito al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia, dove è stato sottoposto ad accertamenti (aveva un secondo corpo estraneo ancora nello stomaco).

Dopo le dimissioni, si sono aperte per lui le porte del carcere, dove ora si trova in attesa di giudizio. Si tratta del clandestino Hamza Bazi, accusato di resistenza aggravata, minacce e lesioni a pubblico ufficiale, nonché di tentata corruzione.

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