Gay, tribunale Firenze riconosce prima adozione ottenuta da due padri

Per la prima volta in Italia viene riconosciuta l'adozione di minori all'estero da parte di una coppia di uomini. I due bambini non avevano alcun legame biologico con i due adulti e non erano, come nel caso della stepchild adoption, stati adottati da uno dei due adulti

Gay, tribunale Firenze riconosce prima adozione ottenuta da due padri

Il tribunale dei minori di Firenze ha dato il via libera all'adozione di bambini da parte di due coppie di gay. Nello specifico si tratta di due fratellini, adottati da due uomini (cittadini italiani), ma residenti nel Regno Unito e di una bimba di due anni, adottata da un italiano e un americano che vivono a New York.

I giudici fiorentini hanno disposto la trascrizione, anche in Italia, dei provvedimenti emessi dalla Corte britannica: ai bambini viene così riconosciuto lo status di figli e la cittadinanza italiana.

I casi in questione sono i primi nel nostro Paese e differiscono dalla cosiddetta stepchild adoption (quella garantita da alcuni giudici a coppie dello stesso sesso). Nei casi su cui è intervenuto il tribunale dei minori di Firenze, infatti, siamo in presenza di un’adozione legittimante: ossia i due bambini non avevano alcun legame biologico con i due adulti. I giudici nella sentenza scrivono che "si tratta di una vera e propria famiglia e di un rapporto di filiazione in piena regola che come tale va pienamente tutelato".

I due papà residenti nel Regno unito si sono rivolti ad "Avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lenford" per ottenere in Italia la trascrizione dei provvedimenti emessi dall'autorità straniera. "Per la prima volta - dichiara la Rete Lenford - viene riconosciuta in Italia l'adozione di minori all'estero da parte di una coppia di uomini".

Il tribunale di Firenze, con un'articolata motivazione, ha accolto integralmente le richieste dell'avvocata Susanna Lollini che li ha seguiti, compiendo una completa disamina della disciplina del riconoscimento in Italia dei provvedimenti stranieri che riguardano i minorenni e "ritenendo corretto l'inquadramento della fattispecie nell'ipotesi di cui all'art. 36 comma 4 della legge n. 184/83, in materia di adozioni".

Il tribunale ha riconosciuto "l'interesse superiore del minore" a conservare lo status di figlio, riconosciutogli da un atto valido in un

altro Paese dell'Unione Europea e che il mancato riconoscimento in Italia del rapporto di filiazione esistente nel Regno Unito, determinerebbe una 'incertezza giuridica' che pregiudicherebbe l'identità personale dei minori.

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