"Mi diceva di volersi drogare e andare a letto con le donne". I verbali degli interrogatori su Genovese

Gira attorno all'uso della cocaina l’intera vicenda dell’imprenditore che si trova rinchiuso da più di otto mesi nella casa circondariale di San Vittore

L'imprenditore Alberto Genovese
L'imprenditore Alberto Genovese

Si svolgerà domani, nel giorno della commemorazione dei defunti, la prima udienza del processo all’imprenditore Alberto Genovese, accusato di violenza sessuale. L’appuntamento in tribunale consentirà ai giudici di individuare le parti civili, dopo gli interrogatori in carcere a cui è stato sottoposto l’indagato. Emergono i primi dettagli della confessione di Genovese, il quale ha confermato la sua dipendenza dalla droga, cominciata cinque anni fa. Gira attorno all’utilizzo della cocaina l’intera vicenda dell’imprenditore che si trova rinchiuso da più di otto mesi nella casa circondariale di San Vittore perché avrebbe stuprato due giovani donne a Milano e a Ibiza. Genovese ha ammesso che la droga lo ha distrutto. Partito tutto per gioco, con un’amica, la cocaina ha preso il sopravvento, tanto da condizionarne il comportamento.

Nei ricordi dell’imprenditore, rivelati agli investigatori, anche le mega feste alla Terrazza Sentimento, il suo appartamento di Milano, diventato un luogo di perdizione. Genovese ha raccontato dei droga party e della presenza di un numero sempre maggiore di ragazze che venivano attirate proprio dalle sostanze stupefacenti. Quegli incontri avvenivano tra persone consenzienti, ha spiegato l’indagato, e tutti erano sotto l’effetto della cocaina e di altre droghe. Il sesso veniva dopo ed era una conseguenza naturale. L’imprenditore ha buttato fuori tutto ciò che aveva dentro, ora dice di essere un uomo nuovo e di aver cominciato un percorso di disintossicazione.

I giudici, comunque, stanno continuando a portare avanti le loro indagini. Come riporta la Repubblica, lo scorso mese di aprile è stata interrogata anche la cugina di Genovese, Giorgia B., figlia della sorella della madre del manager. La 38enne fungeva da alter ego dell’imprenditore, occupandosi delle attività del familiare. Dato il rapporto molto stretto conosceva benissimo anche gli aspetti della vita privata del cugino. Dai verbali sono venute fuori testimonianze importanti. “Alberto – ha detto Giorgia B. – mi ha confidato di avere tante donne e che faceva molti regali importanti”.

Questi omaggi erano consegnati dopo i rapporti sessuali che, a detta del manager, spesso erano “violenti, forti”. La cugina ha parlato anche di uno dei rapporti oggetto di indagine. “Mi ha detto – ha rivelato – di essersi reso conto di averle fatto male. Ha cominciato a dirmi quello che le aveva fatto, ma io l'ho interrotto subito. Lo sai, mi ha confermato, io mi voglio drogare e andare a letto con le tipe”.

In altre circostanze, Genovese ha usato parole molto dure riferendosi alle sue avventure sessuali: “L’ho uccisa, l’ho ammazzata”, ha evidenziato, rendendo l’idea di cosa succedeva in quei festini.

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