Giovani con tanta fragilità

Già molti tredicenni sono spesso vittime di alcol, droghe e atti autolesivi

I giovani quanti problemi hanno. Un acuto giornalista affermava: «Supereranno le loro difficoltà quando non saranno più giovani».Durante il loro viaggio alla ricerca della verità sono a rischio sovente per anni. Ansiolizzano i genitori e trascorrono la giovinezza nella noia e senza programmi.

Come aiutarli? É una autentica sfida per psicologi e medici. A metà ottobre gli esperti della Società italiana di psichiatria dibatteranno proprio questi temi a Taormina, durante il loro incontro annuale. Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) rappresenta un problema di salute pubblica per la sua prevalenza nei servizi psichiatrici ambulatoriali e di ricovero. É elevata la comorbilità con altre patologie psichiatriche e mediche e gli stili di vita e dei comportamenti sono indubbiamente ad alto rischio per la salute: minacce e tentativi di suicidio, atti autolesivi, abuso di sostanze tossiche, scarsa aderenza al trattamento, elevato carico assistenziale da parte dei familiari.

Negli ultimi vent'anni si è assistito allo sviluppo di trattamenti psicoterapeutici efficaci per la cura di questi disturbi (DBP), indicati dalle Linee Guida americane e inglesi come trattamenti di elezione. Le ricerche sostengono l'esistenza di alcuni aspetti comuni nelle diverse terapie. Gli elementi chiave individuati sono: presenza di una equipe multidisciplinare, supervisori sui terapeuti. In Italia, i protocolli di intervento per questo profondo malessere esistenziale dei giovani risultano ancora limitati nel contesto dei servizi sanitari pubblici. A Bologna,il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche (DSM-DP) dal novembre 2013 attua una psicodiagnosticata standardizzata per facilitare il riconoscimento dei casi idonei al trattamento. Tale procedura è sviluppata in alcuni incontri di valutazione tendenti a scoprire le aree compromesse (cognitiva, affettiva, impulsiva, relazionale). Attraverso questionari si valuta poi la disregolazione emotiva , l'aggressività, la sintomatologia depressiva, l'impulsività e l'autolesionismo. L'incontro è finalizzato a condividere con il paziente la diagnosi e le problematiche emerse dalla valutazione, che saranno poi bersaglio del trattamento.

Si adottano percorsi differenti a cui i pazienti accedono su base volontaria con un orientamento dell'operatore che ha effettuato la valutazione. Ai pazienti che presentano delle problematiche prevalenti nel controllo emotivo e comportamentale viene proposto il gruppo di skills training ad orientamento DBT. Tale trattamento è condotto da un leader e un co-leader esperti nella tecnica, è costituito da 20 incontri settimanali di 1h e 30 ciascuno e ha l'obiettivo di insegnare le abilità previste dalla DBT (mindfulness, regolazione emotiva, efficacia interpersonale, tolleranza della frustrazione), finalizzate alla riduzione dei comportamenti problematici (autolesionismo, TS, abuso di sostanze) sostituiti da strategie più funzionali per affrontare i momenti di crisi. Ai pazienti con prevalente sintomatologia depressiva viene proposto un percorso individuale. La psicoterapia individuale ha una matrice supportiva ed è focalizzata su obiettivi di cura condivisi con il paziente. Gli incontri vengono forniti con cadenza settimanale per la durata di un anno da medici e psicologi.

Gli obiettivi della psicoterapia comprendono: supportare il paziente nel suo vissuto emotivo, migliorare la consapevolezza e il monitoraggio degli stati che precedono i comportamenti disfunzionali, individuare i predittori della crisi ed evitare l'ospedalizzazione. Il percorso è difficile , richiede la disponibilità del paziente e della famiglia al trattamento.

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