Il super ricercato Graziano Mesina arrestato nella notte in Sardegna

L’ex primula rossa del banditismo sardo, che adesso ha 79 anni, era latitante dal luglio del 2020. Deve scontare 24 anni dietro le sbarre

Graziano Mesina mentre esce dal carcere di Voghera
Graziano Mesina mentre esce dal carcere di Voghera

Graziano Mesina, ex primula rossa del banditismo sardo e latitante dal luglio del 2020, è stato arrestato verso le tre della scorsa notte a Desula (Nuoro). È stato rintracciato e fermato dai carabinieri del Ros in collaborazione con i colleghi del Gis, del Comando provinciale di Nuoro e dello Squadrone eliportato carabinieri cacciatori ‘Sardegna’. Mesina deve adesso scontare una condanna a 24 anni di carcere, che gli era stata notificata dalla Procura generale della Corte d'appello di Cagliari.

Mesina era latitante da 17 mesi

Secondo quanto emerso Mesina, che adesso ha 79 anni, è stato aiutato da una coppia di coniugi che lo ha ospitato in casa e che per questo sono stati arrestati. Al momento dell’arresto Mesina non era comunque armato e non avrebbe opposto resistenza. Mesina era riuscito diverse volte a evadere, l’ultima fuga risale all’estate dello scorso anno quando si è dileguato proprio il giorno prima di entrare in carcere. Mesina aveva infatti lasciato la sua abitazione a Orgosolo nella serata del 2 luglio 2020, prima che gli venisse notificato l'ordine di carcerazione emesso dopo che la Cassazione aveva confermato la condanna a 30 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. Quella sentenza gli avrebbe aperto le porte del carcere per molti anni. Da allora sono stati tanti i blitz effettuati nella provincia di Nuoro e nella zona di Orgosolo, nel cuore della Barbagia, per trovare Mesina, conosciuto anche con lo pseudonimo di "Grazianeddu". Nessuno era però andato a buon fine prima di quello che ha portato al suo arresto la corsa notte. L’anziano bandito è stato rintracciato a Desulo, proprio nel cuore dell’isola, dove aveva trovato rifugio presso una coppia di coniugi adesso indagata.

La condanna definitiva e la fuga

L'ex primula rossa aveva già trascorso 40 anni dietro le sbarre prima di ottenere la grazia nel 2004, che era però stata revocata in seguito alla nuova condanna definitiva. Nel 2013 era infatti arrivato un nuovo arresto con l'accusa di aver messo in piedi un sodalizio dedito al traffico internazionale di droga. A quel punto la primula rossa venne condannata a 30 anni di carcere in primo grado, e la pena era stata confermata prima in Appello nel 2018 e a luglio dello scorso anno anche dalla Cassazione. Non facendosi trovare in casa per essere arrestato, il suo nome era così finito anche nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità con le ricerche che non si sono mai fermate fino al ritrovamento la notte scorsa.

Lo scorso 4 aprile, da latitante, ha compiuto 79 anni e sempre da latitante ha subito la perdita di due sorelle, Antonia e Rosa, e di un nipote, Giancarlo Pisanu, a causa del Covid-19. Mesina è il più famoso esponente del banditismo sardo del dopoguerra. È ben noto per le numerose evasioni, in totale ventidue, di cui dieci riuscite, e per il suo ruolo di mediatore nel sequestro di Farouk Kassam nel tentativo di trattare la liberazione con il gruppo di banditi sardi responsabili del sequestro del bimbo rapito a Porto Cervo il 15 gennaio e liberato a luglio.

La conferenza stampa

C'era una task force impegnata nelle indagini e nelle ricerche di Graziano Mesina che si occupava di verificare e controllare sia i parenti che i conoscenti dell'ex primula rossa, durante la sua latitanza. Grazie a questa attività di indagine si è arrivati a restringere il cerchio e si è individuato il possibile nascondiglio dell'ex primula rossa del banditismo sardo. Il blitz è scattato tra le 2.30 e le 3 di notte. L'azione è stata silenziosa, i carabinieri hanno circondato la casa in centro, in contrada Gennargentu, e hanno fatto irruzione. Le condizioni di salute di Mesina sono risultate buone, come confermato dai carabinieri durante la conferenza stampa di questa mattina.

Quando è stato bloccato nell'abitazione l'uomo non ha detto nulla di particolare. Secondo i carabinieri non era da molto tempo che si trovava in quella casa, sicuramente nel corso di questi 17 mesi di latitanza si è rifugiato in altre zone dell'Isola. Per fare irruzione nell’abitazione sono state sfondate alcune porte: Mesina si trovava al primo piano mentre la coppia che lo ospitava in casa era al secondo. Gli inquirenti nel corso della conferenza stampa sull'arresto hanno spiegato che "l'indagine ha avuto una accelerazione decisa perché nell'attività di analisi nel suo contesto relazionale siamo riusciti a cogliere alcuni elementi dissonanti che ci hanno permesso di circoscrivere l'area di intervento".

Hanno inoltre precisato che i rapporti informativi previsti dalla legge in questo caso, non ci sono stati e che vi sono stati più indizi dei quali però adesso non possono parlare perché stanno puntando ad altre responsabilità.

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