Un vero e proprio fortino dell’illegalità, off limits per istituzioni e forze dell’ordine. Neppure le nostre telecamere erano riuscite ad entrare nell’ex sede Inpdai di via delle Province, a Roma, tenute ad opportuna distanza dagli occupanti. Circa 150 famiglie, molte di origine straniera. Nel maggio 2018 gli abusivi, con il terrorismo islamico che continuava a mietere vittime in Europa, si vantavano di fare il bello e il cattivo tempo con le istituzioni: "Noi siamo contrari ai censimenti, se vogliono entrare devono mettersi prima d’accordo con noi".
Oggi questo palazzone, occupato abusivamente da dieci anni, è stato sgomberato. Ma le polemiche non si placano, visto che, accusa l’opposizione di centrodestra, gran parte degli occupanti è stata sistemata direttamente in una casa popolare. Il blitz è scattato mercoledì, per iniziativa di Roma Capitale, Prefettura e Regione Lazio e, appunto, Ater. Tutto si è svolto "nel rispetto delle norme e delle singole esigenze", ci tiene a sottolineare l’assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi. Ai 148 nuclei familiari, oltre 400 persone, che abitavano nello stabile, fanno sapere dal Campidoglio, è stato garantito il passaggio "da casa a casa", per un totale "di 141 alloggi di cui 7 in cohousing".
Per questo gli (ormai ex) abusivi hanno accettato di lasciare l’immobile ordinatamente e senza opporre resistenza. Lo schema è lo stesso applicato per liberare un anno fa lo stabile occupato di via del Caravaggio e, più di recente, l’ex clinica di Valle Fiorita: garantire alloggi alternativi, anche di proprietà del comune e dell’Ater, e bonus affitto per convincere gli inquilini a lasciare i propri appartamenti. "Sono orgoglioso del lavoro svolto dagli uffici del Dipartimento, che, insieme all'Ater, hanno ascoltato e supportato i singoli nuclei nell'individuazione delle soluzioni", spiega l’assessore. "Abbiamo accompagnato le famiglie che avevano diritto verso una nuova soluzione alloggiativa – ha chiarito - e la struttura, occupata dal 2012, già in giornata rientrerà in possesso del proprietario".
"Grazie alla lotta di queste famiglie attraverso l'impegno del dipartimento politiche abitative del Comune di Roma e dell'Ater sono stati assegnati 141 alloggi per 148 nuclei familiari", esulta l’associazione Nonna Roma, che parla di risultato storico. "Roma – continuano gli attivisti - è una città che ha un gigantesco problema di emergenza abitativa testimoniato da una graduatoria per le case popolari che non scorre in una città piena di immobili pubblici e privati in larga parte dismessi nonostante siano diverse decine di migliaia le famiglie che attendono un alloggio. Oggi e' un grande giorno per queste famiglie, per il movimento per il diritto all'abitare e per tante realtà solidali come noi che sono state al loro fianco".
Il consigliere leghista Fabrizio Santori, candidato alle prossime politiche con il partito di Matteo Salvini, però, non è d’accordo. "Ringraziamo le forze dell’ordine e il Prefetto, ma la soluzione messa in campo dal Pd, con il passaggio diretto dall’occupazione senza titolo alla casa regolare, è un insulto a chi attende ordinatamente in fila: una fila che non finirà mai perché a guidare disonesti e prepotenti e ci pensa il Pd", attacca. L’accusa è quella di favorire chi vive in condizioni di illegalità rispetto a chi "attende da una vita in graduatoria un alloggio popolare". "Con la Lega al Governo – promette - fermeremo il rilascio delle residenze e i ristori per gli occupanti abusivi".
Per la consigliera regionale Marta Bonafoni, della lista civica Zingaretti, invece, "la liberazione pacifica della palazzina in viale delle Province è un
esempio di come sia possibile trovare soluzioni concrete e buone all'enorme questione abitativa che affligge la Capitale. Una risposta giusta, costruita attraverso l'ascolto e la ricerca di alternative sostenibili".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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