Hiv, si apre il processo a Valentino Talluto, il sieropositivo accusato di aver contagiato decine di partner

Si è aperto oggi il processo a carico di Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime per aver contagiato decine di donne con rapporti non protetti

Hiv, si apre il processo a Valentino Talluto, il sieropositivo accusato di aver contagiato decine di partner

Aveva contagiato coscientemente e volontariamente le sue partner con rapporti sessuali non protetti. Si è aperto oggi, nell'aula bunker di Rebibbia, il processo a Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo accusato di epidemia dolosa e lesioni gravissime.

Talluto è stato arrestato nel novembre del 2015 per aver contagiato, in dieci anni, decine di partner con rapporti non protetti. L'uomo, pur sapendo di esser sieropositivo, non ha mai detto alle sue partner di esserlo, né si è mai preoccupato di proteggerle quando avevano degli amplessi. A tutte Valentino Talluto chiedeva rapporti non protetti: diceva che così "era più bello". E loro si sono fidate.

A far partire l'inchiesta, coordinata dal pm Francesco Scavo, è stata la denuncia di Silvia (il nome è di fantasia), un'ex compagna di Talluto contagiata dal virus. La trentenne era all'oscuro della condizione dell'uomo durante la loro relazione che è durata quasi tre anni. Tempo dopo Silvia ha scoperto di aver contratto il virus dell'hiv e quando ha capito che era stato Valentino a contagiarla, ha deciso di denunciarlo.

Lo ha fatto per avere giustizia, ma anche perché la sua triste storia "non passasse sotto silenzio". Denunciare, ha pensato con non poco timore prima di farlo, significava mettersi in gioco come mai le era successo prima, tirare fuori, ancora una volta, quel grande dolore, e doverne parlare davanti agli inquirenti prima, e a un giudice poi. Ma era l'unico modo per fermare quell'uomo prima che infettasse deliberatamente altre amanti inconsapevoli e quando se ne è resa conto, non ha più avuto dubbi: "Nessuno può né deve decidere delle vite altrui - ha detto Silvia a LaPresse - Valentino andava fermato per evitare che altre decine di donne potessero ritrovarsi a fare i conti con l'hiv, come succede oggi a me".

"Non è stato facile decidere di andare fino in fondo" ha ammesso la donna, che ha aggiunto: "Ho una famiglia solidissima alle spalle e amici che mi seguono in tutti gli step di questa lunga vicenda". Dal primo momento in cui ha saputo di essere sieropositiva, infatti, i suoi cari non l'hanno lasciata un momento. Oggi, dal tribunale dove dovrà affrontare l'uomo che l'ha ingannata e deliberatamente contagiata, lancia un appello: "Il sesso va fatto consapevolmente: bisogna proteggersi e proteggere", ha detto la giovane. "A chi ama dico: state attenti, per evitare il contagio non basta guardarsi in faccia. L'hiv non ce l'hai negli occhi!".

Si tratta del primo prodimento in Italia per epidemia dolosa legata all'hiv.

La presidente della Terza Corte d'Assise di Roma, Evelina Canale, ha rigettato la richiesta arrivata dalle parti civili di fare un processo a porte chiuse evidenziando "l'interesse sociale del dibattimento in oggetto". Si sono costituite parte civile quasi venti donne, vittime di Talluto, assistite dall'avvocato Irma Conti, e le associazioni Differenza donna onlus e Bon't worry noi possiamo associazione onlus.

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