Incidente Erasmus: "Non volevo che mia figlia partisse"

Momenti di paura per le famiglia delle studentesse italiane

Incidente Erasmus: "Non volevo che mia figlia partisse"

Il sesto senso dei genitori non sbaglia: quando il proprio figlio è in pericolo di vita lo sentono, anche a distanza di chilometri. E così è stato per Alessandro Saracino, padre di una delle ragazze coinvolte nell'incidente Erasmus in Spagna.

L'ultima volta che i genitori di Serena Saracino hanno sentito la sua voce è stato prima della partenza del bus in cui sono morti 13 studenti, tra cui sette italiane. Un battibecco, nato perché non volevano che la propria figlia facesse quel viaggio maledetto. Serena è sopravvissuta e adesso è ricoverata in ospedale. Il racconto del padre viene riportato sulle pagine de La Stampa.

Serena aveva provato a rassicurare il papà: "Che vuoi che accada: ci divertiremo". Ma quelle parole non lo convincevano proprio. E quel sesto senso lo ha avuto anche subito dopo l'incidente. Appena saputo del disastro ha alzato la cornetta: "Serena rispondi, Serena rispondi...".

A casa Saracino, in zona Gran Madre di Torino, sale la tensione e viene in mente che in viaggio c'era anche l'amica Annalisa. E lei al telefono risponde: "Annalisa cos'è successo, dove siete, dov'è Serena?". Ma da Tarragona non arriva alcuna rassicurazione: "Abbiamo avuto un incidente, sono in ospedale, non ricordo. Non so come sono arrivata qui...". I genitori della ragazza prendono il primo volo a disposizione per la Spagna.

"Serena è in ospedale, grave ma viva" è il messaggio che mandano a casa, a Torino, dove ad attendere notizie ci sono zii e cugini. Notizie non rassicuranti, solo la certezza che Serena, alla fine era partita.

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