Le interferenze dell'Europa sulle elezioni negli Usa

Contro l'intervista di Musk a Trump

Le interferenze dell'Europa sulle elezioni negli Usa
00:00 00:00

Menomale che è un commissario europeo per gli affari interni, perché se si occupasse di quelli esteri non osiamo immaginare dove potrebbe ficcare il naso. I fatti, brevissimamente: due giorni fa Thierry Breton, il sopraccitato politico Ue, ha inviato una missiva minacciosa a Elon Musk invitandolo a non diffondere nel Vecchio Continente fake news tramite X. Tutto a poche ore dall'intervista del magnate di Tesla a Donald Trump. Un caso? Molto difficile. L'attacco di Breton è stato tanto maldestro quanto stupendamente surreale, degno del più noto Breton, Andrè, al quale non sappiamo se il politico francese abbia deciso di ispirarsi. Una sorta di censura assolutamente preventiva nei confronti di un dibattito che riguarda sì tutto il mondo - gli Stati Uniti sono senza dubbio un faro della democrazia globale - ma principalmente le elezioni democratiche di un Paese sovrano. Ma, soprattutto, cosa c'entrano le smanie censorie di un papavero di Bruxelles con il voto Oltreoceano? Il numero uno dell'ex Twitter non è libero di intervistare sul suo social network chi gli pare e piace? È una fake news intervistare un ex presidente degli Stati Uniti ora nuovamente in lizza per occupare la poltrona dello Studio Ovale? A parti invertite gli antiamericani di professione avrebbero strepitato di pericolosi rigurgiti colonialisti e imperialisti, invocando un immediato intervento degli osservatori dell'Onu. Elon Musk, invece, con lo spirito diplomatico e il galateo lessicale che da sempre lo contraddistinguono, ha invitato il commissario a non ingerire nei suoi affari con un tweet al vetriolo: «Fai un grande passo indietro faccia di c...». Una tipica muskata, penseranno in molti.

Però, se persino la Commissione Europea, attraverso la sua portavoce Arianna Podestà, si affretta a precisare che non si tratta di «interferenze nelle elezioni statunitensi» e che la lettera di Breton è stata un'iniziativa personale non concordata «nei contenuti e nei tempi», beh, allora i nostri dubbi si consolidano in due certezze: 1) In Europa si muovono tutti in ordine sparso, mossi più dalle antipatie personali che dallo spirito comunitario; 2) I nemici di Trump (e Musk) utilizzeranno ogni mezzo per inquinare i futuri mesi di campagna elettorale. E i colpi sotto la cintola non saranno pochi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica