"Io avvocato vi svelo i trucchi ​dei finti profughi"

La strategia dei migranti per prolungare all'infinito la permanenza in Italia anche dopo il rigetto della loro domanda di asilo: a svelarlo è l'avvocato Bruno Tinti

"Io avvocato vi svelo i trucchi ​dei finti profughi"

Il racconto questa volta viene dall'interno di uno studio legale, quello di Bruno Tinti, avvocato che ha riportato la sua esperienza su La Verità. "Qualche giorno fa, nel mio studio legale, è arrivato un uomo: Mohammed Sengh (non è il suo vero nome, naturalmente), musulmano, del Bangladesh. Mi ha chiesto di fare ricorso contro il provvedimento della commissione che aveva rifiutato di accordargli lo status di rifugiato politico".

Nell'attesa che la collega che di solito si occupa di queste cose tornasse dalle ferie, Tinti si fa raccontare la storia di questo Mohammed. Figlio di una famiglia numerosa, si sposa e fa una figlia. Il campo con cui si procurano da vivere non basta più e così il padre vende un appezzamento per finanziare il viaggio di Mohammed verso l'Etiopia prima e l'Europa poi.

"A Lampedusa gli danno il C3 - scrive l'avvocato - Me lo mostra: è il suo primo preziosissimo documento identificativo, contiene il suo nome e cognome, il luogo e la data di nascita. Sono tutti sbagliati, lui non parla italiano e il poliziotto ha capito quello che ha capito, almeno così mi dice. Però il C3 contiene una cosa importantissima: il numero Cui (Codice univoco identificativo) che lo accompagnerà da lì in avanti. E qui, nella questura di Lampedusa, Mohammed chiede asilo politico".

Poi finisce in cento di accoglienza e viene valutato da una commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rfugiato. Responso: domanda rigettata, visto che si tratta di un migrante economico e non fugge da alcuna guerra. E qui scatta il ricorso. "Sarà sicuramente respinto - dice Tinti - ma intanto passerà un annetto; poi noi faremo ricorso in Cassazione (sempre pagato dallo Stato italiano) e guadagneremo un altro anno.

Poi Mohammed riceverà un provvedimento di espulsione che non sarà mai eseguito dalla forza pubblica, resterà - ovviamente - in Italia, diventerà clandestino, non percepirà più i 2,5 euro al giorno, la cooperativa non lo ospiterà più ma lui si arrangerà in qualche modo".

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