Aveva provato a soffocare la figlia dopo aver saputo che - violando i precetti dell’Islam - la ragazza, quasi maggiorenne, aveva rapporti sessuali con il fidanzato italiano di fede diversa dalla sua. Ma per la Cassazione il padre di fede islamica non merita l’aggravante di aver agito "per futili motivi". Secondo le toghe della Suprema Corte, "per quanto i motivi che hanno mosso l’imputato non siano assolutamente condivisibili nella moderna società occidentale, gli stessi non possono essere definiti futili, non potendosi definire né lieve né banale la spinta che ha mosso l’imputato ad agire".
Inoltre, anche il fatto che il padre, dopo aver saputo del disonore che il comportamento della figlia aveva gettato sulla famiglia, abbia meditato il delitto per una notte intera, - scrive la Suprema Corte nella sentenza 51059 depositata oggi - è un lasso di tempo troppo breve per parlare di "premeditazione" con la relativa aggravante.
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