In Italia circa una persona positiva su cinque sarebbe portatore della variante inglese.
La variante inglese in Italia: colpito il Centro
Questo è quanto è emerso dopo che nella giornata di ieri le Regioni hanno inviato al ministero della Salute e all’istituto superiore di Sanità i dati derivanti dal controllo straordinario effettuato il 3 e il 4 febbraio. In quella occasione sono state approfondite le analisi riguardanti 3.600 test positivi, con l’intento di riuscire a capire quanti di coloro che erano risultati positivi erano stati colpiti dalla variante inglese del coronavirus.
Come evidenziato da Repubblica, l’esito ha riportato un valore decisamente alto, e molto variabile da Regione a Regione. La variante sarebbe particolarmente diffusa nelle zone del Centro Italia, e quindi in Umbria, Marche, Abruzzo, Emilia e Toscana. Qui le percentuali sono superiori alla media nazionale. Di questo si parlerà proprio oggi durante il Comitato tecnico scientifico. Quello che al momento preoccupa maggiormente è la capacità della variante inglese di far innalzare il valore dell’Rt quando la tipologia del virus prevale. È quindi più contagiosa. C’è da dire però che, almeno fino a questo momento, dai dati della circolazione del virus, non avrebbe comunque influito sui contagi. Il timore è che in poco tempo la situazione possa mutare in peggio.
Nella ricerca non sono state prese in considerazione le altre varianti del coronavirus che stanno diffondendosi in tutto il mondo. Nel nostro Paese sono stati registrati diversi casi della variante brasiliana, soprattutto nella parte settentrionale dell’Umbria e in alcune zone della Toscana che si trovano a confine con quella Regione, come per esempio Chiusi. Particolare paura fa in questo momento la variante sudafricana che per ora risulterebbe poco diffusa nel nostro Paese. In Austria però proprio questa ha provocato ben 400 casi e ha costretto l’Austria a chiudere il Tirolo.
Aumento di casi tra gli under 16
Tornando alla variante inglese nel nostro Paese, sulla base dei dati derivati dal monitoraggio dell'Associazione italiana di epidemiologia Aie, ci sarebbe un aumento di casi tra gli under 16, a cominciare dalla fine di gennaio. Sempre in Umbria si è registrato un aumento preoccupante di casi positivi nelle scuole materne ed elementari.
Su base volontaria è stata estesa la possibilità di sottoporsi ai tamponi anche nelle scuole dell’infanzia. Della variante inglese non sembrerebbero però particolarmente preoccupati i pediatri, in quanto il contagio molto veloce non porterebbe però a casi gravi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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