Mi associo alle condoglianze per la morte di Valery Giscard d'Estaing, un eroe della libertà e della lotta contro il comunismo.
Saluto con emozione la memoria di un grande uomo di Stato, liberale ed europeo, il più giovane Presidente della V Repubblica francese. Ho avuto la fortuna e l'onore di conoscerlo e di essergli amico a partire dal 1956. Disponeva di un'intelligenza fuori dal comune, della capacità di comprendere e del talento di spiegare, di una assoluta eleganza di parole e di modi, del dono di saper sedurre e dell'autorevolezza per comandare. Ne fui affascinato al nostro primo incontro, avvenuto a Parigi durante i miei studi alla Sorbona. Apprezzò il mio amore per il suo Paese e volle essermi amico per tutta la vita. Ho vivo il ricordo di me cantante e di lui al pianoforte per una chanson di Charles Trenet che piaceva ad entrambi: Douce France.
Come Presidente della Repubblica (il primo Presidente non gollista) scrisse molti capitoli della storia politica francese, cercò di modernizzare la vita politica e consacrò la sua grande intelligenza di intenso riformatore alla realizzazione dell'Ideale europeo, convinto che l'Europa unita dovesse diventare protagonista della politica e dell'economia mondiale sullo stesso piano degli Stati Uniti, della Cina e della Russia.
Contribuì con la sua passione alla realizzazione dell'unione monetaria, all'apertura del Mercato Comune ed a fare eleggere per la prima volta nel 1979 il Parlamento Europeo a suffragio universale. Fu anche il Presidente della Convenzione sul futuro dell'Europa che produsse la prima proposta di Costituzione europea.
In Francia fu il modernizzatore che introdusse numerose riforme tra cui la maggiore età, civile ed elettorale, a partire dai 18 anni e il divorzio mutualmente richiesto dai due coniugi. (Tra le tante riforme mi piace ricordare che fece schiarire il blu e il rosso della bandiera tricolore e rallentare il ritmo della Marsigliese!) Nella politica internazionale fu nel 1976 l'iniziatore del G7, il vertice mondiale dei Paesi più ricchi. Fu anche il fondatore dell'Unione per la democrazia francese, l'UDF, il partito della destra che si installò nel paesaggio politico francese per trent'anni.
Ora lui non c'è più.
La Francia perde un Presidente che le ha apportato modernità e audacia, l'Europa perde un convinto sostenitore dell'esistenza dell'Europa unita e della sua indispensabilità.Io perdo un consigliere incomparabile e un caro amico.
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