Un pensionato di Latina, già indagato per detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale aggravata, si trova adesso agli arresti domiciliari. Nell'abitazione del settantenne c'erano migliaia di file con immagini pedopornografiche, rinvenuti e sequestrati dagli agenti della squadra mobile di Latina.
Sei hard disk, un tablet, quattro pen drive e tre micro sd dentro cui il pedofilo custodiva un vero e proprio archivio degli orrori, analizzato sinora solo in parte dagli investigatori che stanno lavorando al caso. Video che non lasciano spazio ai dubbi e mostrano persone adulte intente a compiere atti sessuali con minori, anche piccolissimi. I protagonisti delle sequenze choc, infatti, hanno un'età compresa tra uno e quindici anni. Quello che gli investigatori stanno cercando ricostruire con il supporto della polizia postale è la provenienza del materiale sinora passato al setaccio. Si tratta di approcci documentati in presa diretta oppure scaricati dai tanti siti pedopornografici che affollano il dark web?
Un caso che ha riacceso i riflettori sulla difficoltà di rimuovere contenuti simili dalle maglie del web. Stando alla denuncia della Meter onlus, che si occupa di effettuare questo genere di segnalazioni, infatti, non è affatto facile ottenere la cancellazione dei file incriminati.
Questo, spiega la stessa organizzazione dalle colonne de Il Tempo, perché "solo in alcuni casi c'è la collaborazione di alcuni Server Provider che rimuovono il contenuto e formalmente dichiarano di essere disponibili alla collaborazione con le autorità del Paese dove è allocato il materiale pedopornografico". "Ciò – denunciano – conferma che a livello internazionale manca una strategia chiara e trasparente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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