L'esercito in prima linea contro il Covid-19

Dal centro vaccini ai drive through, passando per il reparto Covid: tutte le attività dell'esercito a Milano

L'esercito in prima linea contro il Covid-19

Tutto era iniziato lo scorso marzo, quando i medici dell'ospedale militare di Baggio erano partiti alla volta del Lodigiano, epicentro della prima ondata. Poco prima, nello stesso centro, era stata allestita un'area di biocontenimento, una delle prime in Italia, per accogliere i pazienti affetti da Covid-19: "Abbiamo applicato le normative internazionali e nazionali, creando due aree ben separate, tra l'area contaminata e pulita. In questo modo gli operatori sanitari entrano con tutti i dispositivi di protezione individuale in modo da preservare la loro stessa sicurezza e quella dell'ambiente", aveva detto a ilGiornale.it il colonnello Piero Salvatori. Poco o nulla è cambiato da quei giorni di marzo. La seconda ondata è arrivata improvvisa e c'è già chi ipotizza possa arrivarne una terza. Gli ospedali sono in difficoltà, forse ancora di più rispetto alla scorsa primavera. Per questo, il ruolo dell'esercito si è fatto sempre più importante, come dimostra il drive through del Parco Trenno di via Novara, dove vengono fatti oltre 500 tamponi al giorno, fondamentali per garantire il corretto funzionamento delle scuole lombarde.

Per capire tutto questo, basta entrare nell'ospedale militare di Baggio. Un tendone mimetico accoglie le persone che hanno prenotato il vaccino anti influenzale. La priorità è data agli anziani e alle persone immunodepresse. In poche parole, i più fragili. I soldati controllano che i nominativi siano presenti nei loro elenchi e, una volta finita questa operazione, fanno entrare i vaccinandi.

Le frecce disegnate sull'asfalto segnano il percorso da seguire. Pochi passi e si entra in un altro tendone, questa volta più grande e riscaldato, dove si prende la temperatura. "È una questione di due, tre minuti al massimo", ci spiega il colonnello Fabio Zullino, direttore dell'ospedale. Superando cinque gradini si arriva agli ambulatori, dove riusciamo a incontrare il tenente colonnello Francesco Gaeta: "Abbiamo effettuato oltre 5mila vaccini. Abbiamo creato un dispositivo ottimale, fortemente voluto dal ministro Guerini e dall'esercito italiano, e stiamo lavorando con piena soddisfazione degli utenti".

Le persone che devono vaccinarsi entrano negli ambulatori, alzano le maglie ed escono. Spesso sorridono e sempre ringraziano. C'è anche chi, forse memore dei tempi andati, sembra volersi attardare un po' all'interno della struttura. Ma all'interno dell'ospedale militare non vengono fatti solamente i vaccini.

I militari sono anche in prima linea contro il Covid. Un'intera area della struttura, infatti, è stata adattata per accogliere i pazienti affetti da questo virus, come ci spiega il colonnello Zullino: "Abbiamo iniziato con i primi ricoveri a marzo, nell'ottica di un sostegno alla sanità regionale, fortemente voluto dal ministro Guerini. Il reparto è stato ricondizionato in due settimane, grazie anche agli uomini del Genio mandati dal Comando logistico dell'esercito. Hanno riconvertito un reparto ordinario in uno Covid, che deve avere un biocontenimento molto particolare. Attualmente ci sono all'incirca 30 pazienti che si trovano in varie fasi della malattia: chi è ai primi giorni, chi è in fase più avanzata e altri che stanno aspettando che si negativizzi il tampone. La nostra caratteristica è che possiamo ospitare e ricoverare solo pazienti con sintomatologia subacuta, ovvero che non necessitano di ausilio meccanico alla ventilazione. Non si vedono più i pazienti pauci sintomatici dei primi giorni".

In questi mesi l'esercito ha dimostrato di essere un elemento fondamentale per fronteggiare le difficoltà del nostro Paese. Come ha spiegato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, proprio mentre era in visita al drive through del Parco Trenno: "Avevamo imparato a vederle per strada, silenziose e discrete, le tute mimetiche dell'esercito, nei centri delle città e vicino ai luoghi sensibili, dopo l'avvio dell'operazione 'Strade sicure'.

Stiamo imparando a vederle sempre più vicine ai camici di infermieri e medici, negli ospedali da campo, nei 'drive through' per i tamponi, come quello allestito al parcheggio del parco di Trenno a Milano, e infine nei centri per il triage avanzato, come quello sistemato in via Novara. Abbiamo poi, in piena emergenza, imparato a fidarci di uomini e donne in camice e con un grado militare, perché l'impegno delll'esercito è quello di 'dare una mano' nel disastro causato dal Covid alle nostre vite".

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