L'ex mercato diventa centro preghiera musulmano: è bufera

Un ex mercato ortofrutticolo adibito, nel silenzio totale, diventa luogo per le preghiere dei musulmani

L'ex mercato diventa centro preghiera musulmano: è bufera

“Abbiamo iniziato a vedere, casualmente, persone che allestivano un nuovo centro di culto islamico nella piazza sotto casa”, così racconta un cittadino di Massa, in Toscana, dove si è creato una bufera riguardo alla decisione del Sindaco Francesco Persiani, di dare il via all’allestimento temporaneo del nuovo luogo di culto in centro città. Un ex mercato ortofrutticolo adibito, nel silenzio totale, a luogo per le preghiere dei musulmani: questo il caso. “Il problema – sottolinea Alessandro Amorese Capogruppo di Fdi in giunta – è che il Sindaco abbia preso la decisione in totale autonomia, o comunque senza nessun coinvolgimento della maggioranza”. La determina infatti prevede di “autorizzare l’Associazione Marocco Assadaqa Amicizia ad utilizzare dal 1 aprile 2022 al 1 maggio 2022 i locali individuati per le celebrazioni religiose del Ramadam, che si svolgeranno in orario serale e notturno”. A sollevare le polemiche per primi i cittadini, che contestano sulla possibile mancanza di sicurezza della zona, avendo già avuto esperienza con un’altra sede di culto dove, “oggettivamente – raccontano i massesi – è un quartiere dove si sono verificati evidenti problemi di sicurezza, trattandosi di un luogo piccolo ma molto affollato con persone che strabordano”.

I nuovi locali autorizzati dal Sindaco, inoltre, vanno a posizionarsi nella stessa piazza dove proprio la sera si allena una squadra femminile: “Siamo preoccupati, non lo neghiamo. Non è questione di chiusura mentale ma, viste le esperienze passate, non crediamo che questo sia il posto adeguato al tipo di attività”. E se questo è l’opinione della città e di chi vive giornalmente quelle strade, nel palazzo del potere la situazione che si è venuta a creare è decisamente tesa e non chiara. “Abbiamo sempre avuto un buon rapporto con il Sindaco, questa decisione ci ha lasciato un po’stupiti. Potrebbe essere stata una fuga in avanti, forse data da qualcuno che ha messo volutamente fretta al primo cittadino; ma questo è un dietro le quinte che forse scopriremo – prosegue l’esponente del partito di Giorgia Meloni, lasciando aperte le porte a un’ipotesi di strategia, più che una decisione realmente voluta dal Sindaco Persiani – Fatto sta che di questa determina, peraltro firmata da un solo dirigente, nessuno ne aveva mai sentito parlare e nelle riunioni di maggioranza mai ci era stato chiesto di esprimere un’opinione a riguardo”.

La concessione gratuita dei locali all’associazione islamica è infatti un “fulmine a ciel sereno”, considerando che i rappresentanti della giunta sono stati tenuti all’oscuro di tutto fin quando non sono venuti a saperlo dai cittadini stessi, che hanno chiesto, preoccupati, delucidazioni in merito. “La problematica non sta nel fatto che si tratti di una particolare associazione, seppur sul territorio molte associazioni culturali non hanno ricevuto le stesse attenzioni, - precisa Amorese, consapevole della facile strumentalizzazione della vicenda – ma semplicemente i locali non sono idonei per quell’attività. C’era la possibilità di prendersi del tempo e trovare una soluzione migliore e condivisa senza dare ulteriori preoccupazioni alla cittadinanza, che oggi ci chiama e ci chiede di indagare”. Bruno Tenerani dal Coordinamento Provinciale di Fdi, che ha rilasciato dichiarazioni a La Voce Apuana, aggiunge: “La nostra perplessità sta anche negli episodi di vandalismo già noti nella zona e nella reale validità di quei locali, che dovrebbero accogliere centinaia di persone in preghiera, e che si presentano in forte stato di degrado con condizioni di sicurezza ed igiene da valutare”. Sul piede di guerra anche Forza Italia che – seppur premettono di non voler entrare nel merito di una concessione a un’associazione musulmana – evidenziano un mancato rispetto della normativa e una mancanza di sensibilità rispetto ai cittadini.

“Un giorno abbiamo visto persone che portavano tappeti e oggetti di culto, senza che nessuno ci avesse avvertito, senza sapere le modalità della concessione e scoprendo poi che anche i consiglieri ne erano all’oscuro: è inaccettabile una scelta imposta di questo genere”, concludono alcuni commercianti della zona.

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