Locale multato e chiuso. Lo sfogo: "Non riapro più". Ma spunta un'altra verità

Il ristoratore: "Mi chiudono il locale senza che ci siano mai stati precedenti. Investire in uno Stato nemico è da stupidi". Ma il comandante della polizia municipale racconta un'altra verità

Locale multato e chiuso. Lo sfogo: "Non riapro più". Ma spunta un'altra verità

"Volevo condividere con voi questo momento di totale sconforto". Inizia così lo sfogo di un ristoratore di Treviso, che ha affidato ai social le sue parole di rammarico, dopo la chiusura del suo locale.

Il video è stato condiviso ieri e racconta di un controllo eseguito da agenti della polizia municipale, arrivati a seguito di una segnalazione: "Qualche giorno fa la polizia municipale di Treviso in borghese si è presentata nel nostro locale", ha riferito il ristoratore. Qui, gli agenti hanno riscontrato alcune irregolarità, che riguardano le linee introdotte per la gestione dell'emergenza Covid-19. Tre persone, infatti, si sarebbero alzate dal tavolo senza indossare la mascherina: "Per questo, multa da 400 euro e 5 giorni di chiusura". Il proprietario del ristorante sembra sconcertato e deluso: "Mi chiudono il locale senza che ci siano mai stati precedenti-afferma nel video- qual è l'obiettivo? Perché penalizzarci dopo che ci siamo distrutti per riaprire, senza ricevere nessun tipo di aiuto?".

A causa della chiusura, il titolare sostiene di aver perso la metà dei clienti e di non poter più rialzarsi, dati i danni subiti con l'emergenza causata dal nuovo coronavirus e gli sforze effettuati per ripartire dopo il lockdown. "A questo punto non mi conviene più lottare- dice- Io chiudo. Se mi tratti come un delinquente vale la pena iniziare a farlo. Siete ridicoli". E conclude sostenendo che probabilemte il ristorante non riaprirà più, perché "investire oggi dei soldi in uno Stato nemico è da stupidi". Numerosi i commenti di solidarietà comparsi sotto il post del ristoratore.

Ma l'uomo non sembra aver raccontato tutta la verità. Il comandante della polizia municipale, infatti, raggiunto dal Gazzettino, ha precisato come si sono svolti i fatti e la ricostruzione della vicenda si discosta da quella disegnata dal ristoratore. Secondo quanto racconta la polizia, un primo controllo nel locale era già stato effettuato venerdì 10 luglio, dopo alcune segnalazioni che denunciavano l'utilizzo della modalità self-service, attualmente non consentita. "I clienti riferivano che, come era abitudine lecita prima del Covid, ciascuno poteva servirsi da solo. Oggi invece ciò non è possibile e deve essere il personale a distribuire cibi e bevande - ha spiegato il comandante della municipale - Giunti sul posto in divisa gli agenti hanno avuto conferma della cosa e hanno proceduto a sanzionare il locale, con la multa e la chiusura temporanea".

E non sarebbe finita così. Nei giorni successivi, le azioni del ristoratore hanno portato a un'ulteriore sanzione. Il locale, infatti, "è risultato aperto nonostante il provvedimento e, per questo, lunedì 13 luglio è scattato un secondo controllo mirato", che ha rilevato la continuazione dell'attività, nonostante il provvedimento emesso qualche giorno prima. Per questo, "gli agenti hanno proceduto a formalizzare una seconda sanzione, ancora una volta con la sospensione della licenza per cinque giorni".

Ma tutte queste operazioni, specifica il comandante, non vengono mai effettuate in borghese. Il titolare, inoltre, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violazione dell’articolo 650 del codice penale, per non aver rispettato l'ordine imposto.

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