Così, di controbalzo, di sinistro, in una partita che sta andando male, diciamo anche peggio. Manuel Locatelli, 18 anni, si rivela al calcio europeo con un gol incredibile, in un momento incredibile. È il 3-3 di Milan-Sassuolo, è il momento che cambia la partita (che finirà 4-3 per il Milan) e cambia la sua carriera. Senza saperlo, e probabilmente senza volerlo, Locatelli ha risposto a molti dubbi: quelli di chi non ha il coraggio di far esordire ragazzi italiani in Serie A, quelli di chi dice che se li fai esordire in squadre complesse come il Milan di adesso li rovini, quelli di chi ha detto in queste prime giornate che le parole spese su di lui nei mesi scorsi erano eccessive. Dicevano fosse il nuovo Pirlo e la risposta era: «Pirlo alla sua età era già un fenomeno».
Un gol non dovrebbe cambiare le cose, ma in realtà le cambia. Se lo segni così, poi, assume altri contorni. Locatelli da oggi avrà più rispetto e più aspettative. E non si sa se sia un bene o un male, è semplicemente un fatto. È successo a tutti, prima di lui.
Comincia una storia, o quantomeno un'altra storia.
E comincia nel giorno in cui la Serie A risponde, anch'essa senza saperlo e probabilmente senza volerlo, a chi dice che è troppo straniera: su 25 gol, prima del posticipo, 14 sono stati segnati da calciatori italiani, nella sola Milan-Sassuolo, su sette gol, sei sono italiani. Uno rimarrà nella vita di un giocatore, gli altri solo nelle statistiche. Ma non è poco.
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