L'orrore sul corpo di Agitu: cosa ha fatto il ghanese che l'ha uccisa a martellate

Souleiman Adams, pastore ghanese di 32 anni, ha confessato l'omicidio di Agitu Gudeta. "Le ho dopo 5 martellate alla testa"

L'orrore sul corpo di Agitu: cosa ha fatto il ghanese che l'ha uccisa a martellate

L'ha colpita con 5 martellate alla testa poi, ha compiuto un atto di autoerotismo mentre Agitu Gudeta, l'imprenditrice etiope di 43 anni conosciuta in tutto il Trentino, era agonizzante sul pavimento. Un racconto dell'orrore, quello che Suleiman Adams ha riferito ai carabinieri di Pergine Valsugana quattordici ore dopo aver commesso il truce delitto.

La confessione choc

Una confessione a dir poco rabbrividente, fitta di dettagli macabri, quella che Souleiman Adams, il pastore ghanese di 32 anni dipendente di Agitu Gudeta presso l'azienda agricola "La capra felice", ha riferito nella notte agli inquirenti. Seduto, accanto all'interprete e al suo avvocato, Fulvio Carlin, il sospetto assassino dell'imprenditrice etiope ha ripercorso quei pochi minuti di delirante follia alla presenza del sostituto procuratore Giovanni Benelli. "Ho preso il martello e l'ho colpita. - dice - Sono pronto a morire per quello che ho fatto". Il 32enne racconta minuto per minuto la tragica mattinata, iniziata con un caffè che si stava preparando nella cucina della casa di Agitu. E poi quel chiodo fisso, un pensiero che lo tormentava da tempo: lo stipendio arretrato che l'allevatrice di origine etiope non gli avrebbe pagato. Aveva bisogno dei soldi per i suoi due figli in Ghana. Accecato dall'ira, ha raggiunto la donna al piano superiore della casa nel comune di Frassilongo, in camera da letto. Dopodiché ha afferrato il martello che pendeva al lato di un termosifone e le si è scagliato contro. Quattro, o forse, cinque colpi alla testa: l'ha ammazzata in una manciata di minuti."Da tempo avevo chiesto i soldi che mi doveva per il lavoro svolto - sostiene -ma lei ha sempre rifiutato di darmeli". Così, alle 7.30 di martedì mattina, ha pensato che fosse giunta l'ora di regolare i conti. La vede e chiede di nuovo i soldi. "Come sempre lei è scappata in camera da letto", dice. Poi è montata la rabbia e ha preso il martello, gettato successivamente in cantina insieme al giubbotto sporco di sangue. Dopodiché ha compiuto un atto di autoerotismo sul corpo agonizzante della vittima. "Non so perché l'ho fatto - dice agli inquirenti - Mi volevo uccidere per quello che ho fatto, ma non ho trovato il veleno con cui volevo suicidarmi. In questo momento preferirei morire". Agitu è stata ritrovata in una pozza di sangue coi pantaloni sfilati fino alle ginocchia.

La testimonianza dei vicini

Sono ancora sotto choc per quanto accaduto gli abitanti di Frassilongo, tranquilla cittadina nella Provincia Autonoma di Trento. "Abbiamo pensato che stesse male visto il periodo del Covid e siamo saliti urlando il suo nome, ma non abbiamo avuto risposta - racconta Maura Menzietti alla cronista del Corriere della Sera -.Siccome la porta era socchiusa siamo entrati e abbiamo visto l'albero di Natale, poi Alberto ha preso il telefonino e con la pila ha illuminato la stanza. Si è girato verso di me, facendomi segno che era morta". Quattordici ore dopo il macabro rinvenimento del corpo esanime di Agitu, Souleiman Adams ha confessato il misfatto.

Si è detto "in pena" davanti agli inquirenti, consapevole di aver commesso un delitto bestiale. Ma l'accusa che pende sul suo capo non lascia alcun spazio ai rimpianti: dovrà rispondere di omicidio volontario.

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