Maltempo: violenti temporali distruggono il Bellunese e l'emergenza si sposta al Sud

Il prefetto di Belluno invita la cittadinanza a bollire l'acqua per renderla potabile e, intanto, l'emergenza si sposta in Sicilia. Dove sono state chiuse le aree archeologiche di Agrigento

Maltempo: violenti temporali distruggono il Bellunese e l'emergenza si sposta al Sud
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Centinaia di alberi abbattuti, piogge incessanti e smottamenti. L'ha definita "apocalittica" la situazione in Veneto, il Direttore del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Angelo Borrelli, durante l'incontro con il governatore della Regione Luca Zaia. "La situazione è pesante", ha spiegato, osservando strade devastate e tralicci "piegati come fuscelli". Il bilancio degli ultimi giorni di maltempo lascia, quindi, il segno ovunque nelle regioni settentrionali e, mentre l'emergenza si sposta verso il Sud, si contano le vittime delle ultime ore. Sei, in tutto, dopo la morte, ieri, di altre due persone colpite da fulmini. Ma a preoccupare, ora, sono anche diverse province della Sicilia e il fiume Po, i cui livelli si sono alzati nel giro di poche ore. Per le zone più colpite, in particolare Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia, il governo sta pensando allo stop di tasse e cartelle esattoriali.

La situazione in Veneto

In Veneto, dove rimane lo stato di preallarme e di attenzione per la pioggia fino al pomeriggio di oggi, intanto, gli alberi abbattuti durante i violenti temporali hanno riempito la diga del Comelico, in Val Visdende, in provincia di Belluno. E la strage delle piante cadute ha colpito anche la provincia di Vicenza, dove si stima che 500 mila alberi non ci siano più. Come osservato dalla Protezione civile e dal sopralluogo effettuato dai Vigili del Fuoco, emerge un'imponente devastazione. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, nella serata di ieri, il prefetto di Belluno, Francesco Esposito ha invitato a non bere l'acqua del rubinetto perché "torbida". Alle 100mila famiglie coinvolte ha suggerito di bollirla "per almeno 5 minuti" prima dell'utilizzo. Secondo l'Usl Dolomitica, infatti, non sarebbe potabile. In regione, spaventano anche le frane del Tessina, ai Chies d'Alpago, e della Busa del Cristo, a Perarolo di Cadore, sempre nel Bellunese. A Recoaro, in queste ore, viene monitorato lo smottamento del Rotolon.

Il livello sul fiume Po

A preoccupare, da ieri, anche il deflusso del Po, al Ponte della Becca (Pavia), dove il grande fiume incontra il Ticino. Ieri il livello delle acque superava i 3,50 metri sopra lo zero idrometrico, con una crescita di oltre 2,5 metri solo nelle ultime 24 ore e un livello di sei metri superiore rispetto allo stesso giorno dell'anno scorso. La piena, in queste ore, è attesa a Reggio Emilia. Come indicato dall'Arpa Emilia Romagna, i problemi maggiori potrebbero verificarsi verso la foce dove "le onde di piena tenderanno a fondersi per le difficoltà di scolo nel bacino adriatico". Allerta arancione, quindi, nella zona della pianura Orientale, Centrale e della costa ferrarese.

Preoccupazione per la Sicilia

Strade completamente invase dal fango in Sicilia, dove, ieri sera, a Petralia Soprana, in provincia di Palermo, è straripato il fiume Salso, in queste ore ancora sotto osservazione. Questa mattina, la pioggia è poi tornata a cadere nel Comune delle Madonie. Oggi, nella giornata di massima allerta, le autorità delle zone più colpite hanno chiesto alla cittadinanza di non uscire. Ad Agrigento, sono state chiuse la Valle dei Templi, l'area del Pino di Pirandello al Caos e il sito di Eraclea Minoa.

Allerta gialla in Sardegna

In Sardegna è estesa, da stasera, anche alla Gallura la nuova allerta gialla per rischio idrogeologico e idraulico dalle 18. L'allerta, valida fino alle 24, riguarderà tutto il sud dell'Isola e la parte orientale dell'ex provincia di Olbia-Tempio. Sono previsti acquazzoni e abbondanti precipitazioni che interesseranno inizialmente l'area meridionale e orientale, per poi spostarsi sia a quella settentrionale che occidentale.

In Liguria carburante in mare

Ad allarmare la Liguria, anche lo sversamento, in mare, di

carburante dai 211 yatch affondati, arenati o dispersi dopo la mareggiata di luned', che ha distrutto il porto di Rapallo. A riferirlo è stato Il Secolo XIX . Ad avvistare le prime fuoriuscite, l'elicottero della Guardia Costiera.

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