Stop ai voli, allerta dell’ambasciata Usa e fuga dell’Occidente: i segnali dell’escalation in Libano

Gli Hezbollah hanno iniziato a spostare i loro "missili intelligenti" da usare in caso di attacco delle Idf. La minaccia dell'Iran allo Stato ebraico: "Sarà responsabile delle conseguenze impreviste"

Stop ai voli, allerta dell’ambasciata Usa e fuga dell’Occidente: i segnali dell’escalation in Libano
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Non si fermano i bombardamenti degli Hezbollah. Le Idf hanno riferito che una raffica di razzi è stata lanciata dal Libano verso la zona di Gomeh Junction, nel nord di Israele e vicina a Kiryat Shmona. L’esercito ebraico non ha dato notizie di feriti e pare che nell’area colpita siano scoppiati degli incendi. Dall'altro lato della Linea blu, le forze di Tel Aviv hanno condotto un doppio attacco con droni che hanno preso di mira un veicolo e una motocicletta sulla strada tra Meis al Jabal e Shaqra, provocando la morte di due persone.

Stando a quanto riferito all’Associated Press da un funzionario dei terroristi, inoltre, gli uomini del Partito di Dio hanno iniziato a spostare “missili intelligenti a guida precisa” da utilizzare in caso di necessità. La decisione è stata presa dopo la minaccia di Tel Aviv di sferrare un attacco massiccio al Paese dei cedri a seguito del bombardamento nelle alture del Golan che ha provocato la morte di 12 bambini. Il membro del gruppo islamista ha anche precisato che la posizione degli Hezbollah non è cambiata e che essi non vogliono una guerra totale, ma che combatteranno senza limiti nel caso in cui questa dovesse scoppiare.

La diplomazia internazionale sta lavorando proprio per evitare questa eventualità, ma nel frattempo i vari Paesi hanno preso precauzioni per garantire la sicurezza dei loro cittadini. Ai tedeschi è stato chiesto di “lasciare urgentemente il libano” e Berlino ha avvertito che “non possono essere esclusi un'ulteriore escalation della situazione e un allargamento del conflitto nelle aree meridionali, comprese le zone della periferia sud di Beirut, la valle della Biqaa, incluso il distretto Baalbek-Hermel”. Il ministero degli Esteri della Repubblica federale ha anche segnalato che un aumento dell’intensità del conflitto tra Hezbollah e Israele potrebbe portare al totale stop dei voli dall’aeroporto Rafiq Hariri. Lufthansa ha già annunciato la sospensione dei collegamenti con la capitale libanese fino al 5 agosto. Una decisione, questa, imitata anche da Airfrance, che ha bloccato la tratta tra Parigi e Beirut per il 29 e 30 luglio, e da Austrian Airlines.

Un avviso simili è stato rivolto anche agli italiani dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Certamente oggi invitiamo tutti gli italiani che sono in Libano alla massima prudenza. Chi può rientrare in Italia, lo faccia. Sconsigliamo nella maniera più ferma di andare in quel Paese fin quando la situazione è così complicata”, ha dichiarato durante una conferenza stampa. “Seguiamo con grande attenzione non soltanto i nostri 1.200 militari che addestrano le forze armate libanesi, ma anche i 3.000 italiani. Siamo pronti a qualsiasi evenienza nel caso in cui, e ci auguriamo che non accada, la situazione dovesse peggiorare. Faremo tutto ciò che serve per tutelare l'incolumità degli italiani che vivono in Libano”. Inviti a lasciare il Paese dei cedri sono arrivati dai rispettivi governi anche ai cittadini belgi, francesi e norvegesi. L'ambasciatore statunitense in Libano ha chiesto "ai nostri cittadini che non vogliono lasciare il Libano di prepararsi a rimanere nei loro luoghi per un lungo periodo".

In questa tesissima situazione si è inserito l’Iran, principale sostenitore degli Hezbollah, che ha avvertito Israele di possibili “conseguenze impreviste” nel caso di una nuova campagna militare in Libano.

Il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanaani ha affermato che “qualsiasi azione ignorante del regime sionista può portare all’ampliamento della portata dell’instabilità, dell’insicurezza e della guerra nella regione” e ha sottolineato che lo Stato ebraico sarà responsabile delle conseguenze di “questi comportamenti stupidi”. Kanaani ha anche accusato Tel Aviv di star addossando agli Hezbollah la colpa del massacro nel Golan per distogliere l’opinione pubblica da ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza.

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