Autovelox illegali. E quindi valanghe di multe da annullare. Il sequestro arriva nel cuore dell'estate e si abbatterà come uno tsunami sugli uffici della polizia locale tra ricorsi e contestazioni delle sanzioni. Tutto parte dalla Calabria: la polizia giudiziaria di Cosenza ha sequestrato un modello di autovelox non autorizzato. Si tratta del T-Exspeed v 2.0, usato per rilevare le violazioni della velocità su varie strade di provincia. L'apparecchio è risultato fuori norma: non era omologato e non aveva i requisiti necessari per garantire la validità delle sanzioni emesse.
Il caso non è isolato a una strada provinciale del cosentino. Autovelox identici sono stati installati in tutta Italia e rappresentano una fetta consistente degli oltre 11mila apparecchi a bordo strada. Venezia ha già provveduto a metterli sotto sequestro e i controlli stanno riguardando tutti i comandi di polizia locale d'Italia.
Circola già una black list dei comuni fuori regola, dove di fatto gli automobilisti oltre i limiti di velocità l'hanno scampata bella e possono ritenere nulla la multa ricevuta (o non ancora recapitata). Oltre che a Venezia e Cosenza, gli autovelox irregolari sono stati spenti dal Piemonte all'Emilia, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Basilicata alla Calabria. In particolar modo a Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini e San Martino in Pensilis. A rischio parte del tesoretto delle multe: gli autovelox nel 2023 hanno incastrato 373mila automobilisti, con incassi di oltre 70 milioni. Gli accertamenti hanno appurato anche l'assenza del prototipo del sistema di rilevamento, indispensabile per accertare la legittimità delle violazioni.
«Il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni. Da qui il provvedimento. Al momento gli autovelox T-exspeed v.2.0 sono stati scollegati» spiega Giancarlo Baiano, dirigente della Polstrada di Cosenza.
Di chi è la colpa? Gli autovelox sono di proprietà di società private e vengono dati in noleggio agli enti locali. In seguito alle indagini, è in stato di libertà il legale rappresentante della società fornitrice dei dispositivi T-Exspeed v.2.0, accusato del reato di frode nella pubblica fornitura, come previsto dal Codice penale. Ora cosa accadrà? Con tutta probabilità, gli automobilisti che presenteranno ricorso contro la multa potranno contestare il danno erariale, oltre all'annullamento del verbale della sanzione. Potrebbe anche essere riconosciuto il risarcimento delle spese, principio fatto proprio dalla Cassazione con una recente sentenza.
La legge, come ha ribadito la Suprema Corte di Cassazione prima di avvallare l'effettivo sequestro, dice che la sicurezza stradale debba essere un obiettivo prioritario per la Polizia Stradale, ma è fondamentale che tale obiettivo venga perseguito utilizzando strumenti che siano «legittimi e conformi alle normative vigenti». Nei prossimi giorni verranno effettuati altri accertamenti per chiarire l'entità delle irregolarità e identificare eventuali altre responsabilità. La Polizia Stradale verificherà che tutti i dispositivi.
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