Morti violente e malattie. C’è davvero una maledizione sui Windsor?

Qualcuno crede che Carlo III e la sua famiglia siano vittime di una maledizione che sarebbe iniziata più di 150 anni fa

Morti violente e malattie. C’è davvero una maledizione sui Windsor?

I Windsor sarebbero una stirpe maledetta, a cui il destino avrebbe precluso la felicità. Con questa teoria fantasiosa, in bilico tra il romanticismo e le atmosfere gotiche, alcuni pretenderebbero di spiegare la lunga serie di morti (a volte anche violente), malattie e matrimoni sfortunati che ha caratterizzato la storia della royal family britannica. Secondo le leggende questa “maledizione” dei Windsor, citata dall'Australia Reader's Digest, avrebbe avuto origine dalla vita tormentata di Alice di Sassonia Coburgo-Gotha, figlia della regina Vittoria e antenata di Re Carlo III.

Un matrimonio che somiglia a un funerale

Per la principessa Alice il 14 dicembre 1861 fu l’inizio di un lungo periodo segnato da drammi e sofferenze. Quel giorno, infatti, morì suo padre, il principe Alberto. La regina Vittoria, prostrata dal dolore, si chiuse nel rigido lutto che avrebbe caratterizzato tutta la sua esistenza da quel momento in poi. Nonostante ciò ordinò che i preparativi del matrimonio tra Alice e Luigi IV d’Assia (1837-1892), il cui fidanzamento era stato annunciato proprio nel 1861, andassero avanti.

Il 1° luglio 1862 la principessa e Luigi IV si sposarono in privato nella sala di Osborne House. La cerimonia, però, “fu più un funerale che un matrimonio”, come scrisse la regina Vittoria alla figlia maggiore, che aveva il suo stesso nome. A Lord Tennyson disse anche che si trattò del “giorno più triste che io ricordi”.

L’atmosfera era tetra, pesante, fuori soffiava un vento gelido e pioveva. Dato il periodo di lutto Sua Maestà aveva imposto una celebrazione austera, abiti neri agli ospiti (solo la sposa indossò il tradizionale vestito bianco) e in più pianse per buona parte del rito, al ricordo dell’amato consorte Alberto, che non poteva più vedere sua figlia all’altare. Insomma non poteva andare peggio.

Vi fu anche una controversia matrimoniale: Alice e Luigi andarono a vivere a Darmstadt, ma la regina Vittoria sperava che venisse costruito un nuovo palazzo per accogliere sua figlia. Gli abitanti del luogo, però, non avevano alcuna intenzione di sobbarcarsi una spesa simile. Il risultato fu una certa diffidenza popolare nei confronti della principessa prima ancora che mettesse piede nella sua nuova patria. La coppia cercò di abituarsi il prima possibile alla casa concessale nel “quartiere vecchio” della città. I primi tempi furono duri per Alice, che provava una grande nostalgia per la sua vita inglese e una comprensibile malinconia al pensiero del padre.

Lutti e malattie

Lo scoppio della guerra austro-prussiana (1866) trovò Alice, ormai granduchessa d’Assia e sua sorella Victoria, regina di Prussia, su schieramenti opposti. L’Assia-Darmstadt, infatti, combatteva al fianco dell’Austria. Fu la Prussia a uscire vittoriosa dal conflitto. Alice e il marito mantennero il trono solo per intercessione dello zar di Russia Alessandro III, poiché sua madre, Maria d’Assia e del Reno, era anche zia di Luigi IV.

Il 29 maggio 1873 accadde un’altra tragedia, la più terribile: il figlio minore di Alice, Federico, cadde da una finestra a venti metri dal suolo. Fu impossibile fermare le emorragie interne conseguenti all’incidente, perché il bambino soffriva di emofilia (di cui la regina Vittoria era una portatrice sana, dunque sarebbe stata lei a trasmetterla alla sua discendenza), malattia che impedisce la coagulazione del sangue.

Nel 1878 la famiglia di Luigi IV e di Alice venne colpita da un’epidemia di difterite. L’unica a non ammalarsi fu la loro secondogenita, Elisabetta, che venne prontamente allontanata e affidata alle cure della regina Vittoria. La sorella Maria, invece, morì di lì a poco. Alice, che non si era mai rassegnata alla perdita dei suoi bambini, contrasse la malattia e spirò proprio nel giorno dell’anniversario della morte di suo padre, il 14 dicembre. Le sue ultime parole, come riportato dal Times all’epoca, furono: “Caro papà”.

La fine dei Romanov

Anche la sesta figlia di Alice, che aveva il suo stesso nome, ebbe un destino drammatico. Fu l’ultima zarina di Russia, ricordata dalla Storia con il nome di Aleksandra Fёdorovna, moglie dello zar Nicola II. La Prima Guerra Mondiale aveva portato la Russia sull’orlo del collasso: razionamenti, carestie e inflazione avevano contribuito a esasperare il popolo già insoddisfatto della politica dello zar, moltiplicando gli scioperi nelle città.

A tutto questo si aggiunse una notevole diffidenza nei confronti delle origini tedesche di Aleksandra, accusata di favorire il nemico. La ribellione popolare sfociò nell’insurrezione del marzo 1917 e nella Rivoluzione d’Ottobre del novembre 1917 (ottobre secono il calendario giuliano). Dopo la formazione del governo provvisorio (marzo 1917) lo zar fu costretto ad abdicare e venne imprigionato con tutta la famiglia nel Palazzo di Alessando a Carskoe Selo. Nell’agosto 1917, con il trasferimento a Tobol’sk, le condizioni di vita di Aleksandra, del marito e dei figli peggiorarono.

In più lo zarevič Alekseij, unico figlio maschio della coppia imperiale, soffriva di emofilia (come Federico, il figlio di Alice), trasmessagli dalla madre (in genere, infatti, le donne sono portatrici sane della malattia). Nell’aprile 1918 vi fu una nuova deportazione, stavolta a Ekaterinburg, nella tristemente famosa Casa Ipat’ev. La tappa finale della discesa all’inferno degli ultimi Romanov. Aleksandra e la sua famiglia trascorsero lunghi mesi nell’incertezza, senza sapere cosa ne sarebbe stato di loro e controllati a vista

Vennero svegliati all’improvviso nelle prime ore del 17 luglio 1918, condotti nella cantina di casa Ipat’ev e fucilati. I loro corpi furono gettati in un pozzo non molto lontano dal luogo dell’assassinio. Poi vennero recuperati, smembrati, deturpati con l’acido e sepolti di nuovo. Nel 1991 furono esumati alcuni dei cadaveri della famiglia imperiale, già individuati nel 1979. Nel 2007 furono scoperti anche i resti mancanti di Alekseij e della sorella, la granduchessa Maria. Per identificare i corpi della zarina e delle figlie fu fondamentale il Dna del principe Filippo, marito della regina Elisabetta. Infatti la nonna materna del duca di Edimburgo, Vittoria d’Assia e del Reno, era la sorella maggiore della zarina Aleksandra.

La Rivoluzione Russa si portò via anche Elisabetta Fёdorovna, un’altra sorella di Aleksandra (la già citata Elisabetta che fu l’unica della sua famiglia a non ammalarsi di difterite). La giovane, che aveva sposato uno dei figli dello zar Alessandro II, venne fatta arrestare da Lenin. Nel maggio 1918, insieme ad altri prigionieri, fu bastonata e gettata in una fossa in cui gli uomini della Čeka lanciarono delle granate.

Un omicidio organizzato dall’IRA

Louis Mountbatten (1900-1979), ammiraglio e ultimo viceré dell’India, fu un personaggio molto importante per i Windsor. Era lo zio materno del principe Filippo, in quanto fratello di sua madre, Alice di Battenberg. Mountbatten prese il futuro duca di Edimburgo sotto la sua ala protettrice: sembra che sia stato proprio lui a organizzare la visita di Giorgio VI e della sua famiglia al Dartmouth Royal Naval College, dove studiava Filippo e a ordinare a quest’ultimo di fare da guidare alle giovani principesse Elisabetta e Margaret.

Stando alle ricostruzioni Elisabetta si sarebbe innamorata di Filippo proprio durante la giornata trascorsa a Dartmouth. Mountbatten fu anche consigliere e confidente di Carlo III, su cui ebbe una grande influenza sia per quel che riguardava l’istruzione, sia in ambito sentimentale.

L’ammiraglio amava trascorrere le vacanze nella contea di Sligo, in Irlanda. Il 27 agosto 1979 si trovava proprio nel luogo di villeggiatura quando decise di prendere la sua barca, la Shadow V, con alcuni familiari. Non poteva immaginare che i terroristi dell’IRA avessero piazzato 22 chilogrammi di esplosivo sull’imbarcazione. La deflagrazione causò la morte di quattro persone: Mountbatten, la suocera della sua primogenita Patricia, suo nipote (figlio di Patricia) e un membro dell’equipaggio. I Windsor, in particolare Carlo, rimasero sconvolti dall'accaduto.

Da Diana a Kate

Il principe Carlo e Lady Diana si sposarono il 29 luglio 1981, ma il loro matrimonio fu segnato dai tradimenti e dalle bugie. La separazione venne annunciata il 9 dicembre 1992 e il divorzio ufficializzato il 28 agosto 1996 (nel 1992, annus horribilis per i Windsor, avevano divorziato anche la principessa Anna e Mark Philips e nel 1996 il principe Andrea e Sarah Ferguson). La principessa Diana morì l’anno seguente, il 31 agosto 1997, nel tragico incidente avvenuto nel Tunnel dell’Alma, a Parigi. Carlo si risposò con il suo grande amore, Camilla, il 9 aprile 2005 e divenne Re l’8 settembre 2022, alla morte della regina Elisabetta.

Il 5 febbraio 2024 il sovrano ha annunciato di avere un tumore, seguito da Kate Middleton, che in un discorso mandato in onda il 22 marzo dello stesso anno ha rivelato al mondo intero la sua malattia. La principessa e Carlo non hanno specificato la natura del tumore, ma la prima ha spiegato di doversi sottoporre a una “chemioterapia preventiva”.

Se ci concentriamo solo su questa lunga serie di tragedie potrebbe quasi sembrare che la royal family sia davvero vittima di una maledizione. In realtà, naturalmente, non è così. Questa sequenza di morti, malattie, attentati non deriva da un maleficio: cose di questo genere non esistono e, comunque, per essere pignoli, va detto che Diana e Kate sono diventate Windsor per matrimonio, non sono discendenti di Alice di Sassonia Coburgo-Gotha, quindi non dovrebbero neppure rientrare in questo elenco.

Non c’entra neppure la sfortuna. Alice non fu “sfortunata” e i Windsor di certo non hanno “ereditato” questa presunta cattiva sorte, come crede qualcuno. Anzi, a tal proposito dovremmo stare molto attenti a usare la parola “sfortunato”, soprattutto non dovremmo utilizzarla per definire una persona, creando un pregiudizio basato su una superstizione (il caso di Mia Martini dovrebbe aver insegnato qualcosa, speriamo).

Ciò che è accaduto alla figlia della regina Vittoria e ai suoi discendenti è il risultato di coincidenze (per esempio il fatto che Alice si sia ammalata di difterite e sia deceduta il giorno dell’anniversario della morte di suo padre), di cause storiche (la Rivoluzione Russa, gli atti dell’IRA) o private (il divorzio di Carlo e Diana). Tutti questi fatti non sono collegati tra loro, non hanno un’origine comune, ma diverse e tutte spiegabili.

L’idea della maledizione dei Windsor potrebbe essere, forse, più romantica: pensiamo, per esempio, all’incantesimo che sarebbe stato scagliato sui reali del Principato di Monaco. Secondo la leggenda (ma ne esistono varie versioni) Ranieri I avrebbe dato ordine di bruciare una strega sul rogo. Mentre le fiamme avvolgevano il suo corpo, la strega avrebbe maledetto i Grimaldi, assicurando che nessuno di loro avrebbe mai trovato la felicità nel matrimonio.

In qualche modo la maledizione, anche quella che alcuni attribuiscono ai Windsor,

darebbe un senso ai drammi della vita, quindi una rassicurazione. Ma è un po’ come tentare di nascondersi in una casa di vetro. È solo una parvenza di significato, usata spesso da chi teme e non accetta la realtà.

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