"Non volevamo fare del male a nessuno, solo aiutare i carabinieri che abbiamo costantemente informati durante l’inseguimento. Abbiamo fatto una sciocchezza, siamo rovinati". È questo che hanno detto durante l'interrogatorio i due indagati per la morte di Hady Zaitouni, il cittadino marocchino di 43 anni rimasto ucciso ad Aprilia dopo un inseguimento.
Secondo quanto riportato dal Corriere, i due di fronte agli inquirenti hanno avuto un atteggiamento opposto: uno è scoppiato a piangere, l'altro, invece, non ha aperto bocca. Sarà comunque l'autopsia, eseguita proprio in queste ore, a fare luce su quanto è successo. Al momento è stato escluso il movente razziale e si ipotizza la pista dell'omicidio preterintenzionale. L'uomo, infatti, avrebbe potuto battere la testa dopo essere stato colpito da un pugno. Proprio per questo i carabinieri escludono che il marocchino sia stato vittima di un vero e proprio pestaggio.
L'esame, comunque, dirà cosa ha causato la morte dell'uomo. Intanto, però, emergono nuovi dettagli. Dalle immagini delle telecamere di sorveglianza si vede l'auto degli inseguitori arrivare in un parcheggio di un bar. Guardando attentamente, inoltre, si vede spuntare una pistola dai pantaloni della guardia giurata. (GUARDA IL VIDEO)
Sull'accaduto si è espresso anche il sindaco di Aprilia, Antonio Terra: "È successo in un quartiere adiacente alla città. L'auto dell'uomo ucciso è stata vista entrare in una strada senza uscita. Si tratta di una Renault Mègane che, peraltro, pare fosse già stata avvistata in passato. Da lì è stato dato l'allarme ai carabinieri.
Tre dei nostri concittadini hanno deciso di seguire la vettura fino alla Nettunense, dove è avvenuto l'incidente. La ricostruzione che mi è stata fatta dal comandante del Reparto Territoriale è più o meno questa", ha spiegato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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