"Mascherine a 50 cent? Prezzo, troppo basso: non le vendiamo neppure"

La vicepresidente di Confcommercio Donatella Prampolini attacca il governo sulla cifra indicata per la vendita delle mascherine: "Il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra" invitando ad aumentare di 10 centesimi il prezzo finale "altrimenti smetteremo di importarle"

Una fabbrica di mascherine  (La Presse)
Una fabbrica di mascherine (La Presse)

Conte non ne azzecca una: è esplosa un'altra polemica, e riguarda il prezzo di vendita delle mascherine. In diretta tv, il premier ha specificato che "i prezzi di mercato delle mascherine saranno calmierati, avremo un prezzo giusto ed equo intorno a 0,50 centesimi per le mascherine chirurgiche”.

"Assurdo pensare a quella cifra"

Apriti cielo: la vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, è sul piede di guerra ed attacca il governo sulla cifra indicata per la vendita al dettaglio. "Con le attuali dinamiche di mercato, il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra" e sottolinea che le aziende produttrici delle mascherine hanno un prezzo di produzione maggiore. Da qui, la richiesta di rivedere la cifra portandola almeno 60 centesimi "altrimenti l'effetto immediato sarà che smetteremo di importarle".

"Rivedere il prezzo o si blocca tutto"

Insomma, oltre al lockdown del Paese, si rischierebbe un impensabile lockdown sull'importazione dello strumento primario che ci difende dal contagio del virus. "Intanto - sottolinea la Prampolini - molte aziende hanno bloccato vendite e ordini. Il problema è che per l'ennesima volta il governo non si è confrontato", sostiene la vicepresidente di Confcommercio che invita a rivedere la cifra perché "già 60 centesimi potrebbe essere un prezzo equo". Altrimenti, "ci trovino un canale pubblico attraverso il quale fare grandi commesse garantite ad un certo prezzo e ce le mettano a disposizione".

Rimborsi per le farmacie

In mezzo alla querelle, le farmacie hanno già acquistato mascherine e dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi. Che si fa, dunque? È stato garantito un "ristoro ed assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo", come previsto da un accordo firmato dal Commissario straordinario Domenico Arcuri con l'Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm.

Zaia contro Conte

"Se tu dici che 50 centesimi è il prezzo fisso di una mascherina, tutta la produzione nazionale sparisce", ha affermato senza mezzi termini il presidente del Veneto Luca Zaia. "50 centesimi - ha aggiunto - è il prezzo alla produzione delle mascherine in Italia. Noi, per equilibrare il mercato, abbiamo comprato mascherine chirurgiche fatte in Veneto ed il prezzo era a un euro. Bisogna dare aiuto alle imprese nazionali per stare sul mercato", come si legge sul Messaggero.

In attesa di sapere se il prezzo verrà confermato o cambiato, il Commissario Straordinario per l'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri ha sottoscritto contratti per 660 milioni di mascherine chirurgiche ad un prezzo medio di 0,38 euro con Fab, Marobe, Mediberg, Parmon e Veneta Distribuzione.

"Desidero davvero ringraziare queste eccellenze italiane - ha detto Arcuri - che, in questo periodo di emergenza, hanno mostrato una straordinaria disponibilità, ma anche un forte senso di responsabilità nel definire il prezzo di vendita delle loro mascherine. Nessuno di questi produttori vende ad un prezzo superiore ai 50 centesimi".

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