Su quel treno Carlo non avrebbe nemmeno voluto salire. Avrebbe voluto tornare in bici il medico romano che ha salvato, con un massaggio cardiaco, una donna sentitasi male proprio sul convoglio nel quale viaggiava anche lui.
"Sono all’ultimo vagone, arriva un uomo, urla, cerca un medico. Non ci penso due volte a farmi avanti e il muro di gente che c’è sul treno si apre di colpo per farmi passare", racconta Carlo Santucci al Corriere della Sera. Erano le 17.30 di ieri pomeriggio, quando sul treno che da Lienz (in Austria) porta verso Dobbiaco, in Alto Adige, una donna si sente male, sotto gli occhi del marito, della figlia e degli altri passeggeri. Quando un uomo arriva nell'ultimo vagone, cercando un dottore, Carlo Santucci, dottore in vacanza a Cortina, si alza e si dirige verso la prima carrozza, mentre la gente che affolla il treno si apre davanti a lui per farlo passare, con una sorta di "effetto Mosè".
Quando arriva dalla donna, lei è a terra, mentre il marito e la figlia di 6 anni la guardano disperati. "Per prima cosa chiedo informazioni, è la prassi: se la signora prende farmaci, se sia malata", spiega il medico, che poi ha iniziato a praticarle il massaggio cardiaco, resosi necessario anche perché a bordo non era presente il defibrillatore, "fatto gravissimo con tutta questa gente". Il dottore conta 30 compressioni toraciche, intervallate da due insufflazioni. Il tutto per 40 minuti: "Non mi sono reso conto del tempo che passava, avevo solo i miei muscoli e la concentrazione". E alla fine, la donna si riprende e il medico la "consegna" ai soccorritori arrivati con l'elicottero. "Uno dei rianimatori mi dice 'senza di te era morta', io so solo che questo è il motivo per cui facciamo questo lavoro: per dare continuità alla vita", spiega Carlo.
Ora la donna, che era stata colta da un arresto cardiaco, è stabile.Il gesto di Carlo Santucci ha salvato una donna, ma lui ci tiene a precisare che "una manovra così, dopo aver fatto un corso, la possono fare tutti".
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