Gli sciacalli del terremoto non mancano mai. E oggi, a oltre tre anni di distanza, la Guardia di Finanza ha scoperto una frode milionaria circa la gestione dei servizi di accoglienza degli sfollati del sisma del Centro Italia, sequestrando beni per un totale di oltre un milione di euro. Tra questi, anche diciannove lingotti d'oro massiccio.
L'indagine chiamata "El dorado" è stata condotta dalle Fiamme Gialle di Camerino (in provincia di Macerata) e come riportata dall'agenzia stampa Agi, è stata coordinata dal capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, e da sostituto Vincenzo Carusi.
Nel corso dell'inchiesta, i militari hanno posto particolarmente attenzione nei confronti di una struttura alberghiera situata proprio nella provincia di Macerata. L'hotel finito nel mirino della Guardia di Finanza proprio nei mesi susseguenti alle tremende scosse, dunque in piena emergenza per la comunità locale, ha offerto alla cittadinanza colpita dalla calamità naturale un servizio di accoglienza e gestione delle centinaia, o meglio migliaia, di sfollati, che hanno dovuto abbandonare in fretta e furia le proprie abitazioni.
Ecco, secondo quanto si è appreso nelle ultime ore, la società in questione aveva fornito, sin dai primi tempi successivi al terremoto, ospitalità sia in favore dei cittadini sfollati che del personale delle forze di polizia coinvolte nei servizi di ordine pubblico e sicurezza nei comuni terremotati.
Proprio per tutti questi servizi, la struttura aveva ricevuto e incassato dalla Regione Marche e dalla prefettura di Macerata compensi per circa un milione e mezzo di euro. Circa mezzo milione sarebbe stato reinvestito nell'acquisto di 51 lingotti d’oro puro, per un peso complessivo di circa 13 chilogrammi. Ecco, ora le Fiamme gialle hanno sequestrato oltre a disponibilità finanziarie, 19 dei 51 lingotti d'oro, per 4,75 chilogrammi, del valore di circa 200mila euro, trovati in una botola nascosta sotto al letto di uno degli indagati.
Dalle indagini svolte sarebbe emerso che gli indagati, a vario titolo soci o amministratori e tutti tra di loro collegati da stretti legami familiari, avevano attuato una prolungata e illecita distrazione di risorse economiche dai conti correnti societari, tanto da portarla alla declaratoria di fallimento.
Dagli accertamenti svolti dai finanzieri, sarebbe anche emerso che la società ha omesso, nel 2016 e 2017, di presentare le dichiarazioni dei redditi e dell'Iva, per cui è stata considerata come evasore totale, per cui si procederà anche al recupero a tassazione delle somme evase al Fisco italiano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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