Le nuove modalità di viaggio imposte dai trafficanti di uomini ai migranti sono state confermate dai superstiti dell'ultimo naufragio a largo delle coste libiche.
Come riporta La Repubblica, infatti, le testimonianze che sono arrivate sottolineano il pericolo di vita che si nasconde dietro questi viaggi: "Gli scafisti ci hanno seguito a bordo di un altro gommone, a un certo punto, accostando, hanno staccato il motore del nostro gommone e ci hanno lasciato alla deriva. Eravamo in 120 a bordo e poco dopo, mentre la gente si agitava, si è rotto il fondo dell'imbarcazione e il gommone si è capovolto. Sono annegati almeno in 80 e tra loro anche uno degli scafisti".
Nell'ultimo weekend sarebbero state circa 200 le vittime nel Canale di Sicilia e, secondo l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) mancherebbero all'appello almeno 113 persone in quest'altro naufragio. L'imbarcazione è affondata al largo di Az Zawiyah e sono state portate in salvo dalla Guardia costiera libica solo sette persone, sei uomini e una donna.
La procura di Ragusa sta indagando sul primo naufragio e grazie alle testimonianze dei 40 superstiti portati a Pozzallo è stato fermato uno scafista somalo mentre altri tre sospettati sono sottoposti ad accertamenti. I superstiti hanno raccontato di essere rimasti per ore in acqua prima di essere soccorsi da un mercantile dove erano già stati trasbordati altri 293 migranti.
E sono di ieri i dati che hanno visto oltre seimila sbarchi in Italia.
Dal presidente del gruppo Forza Italia al Senato Paolo Romani arrivano le parole più dure: "Adesso basta. Il governo italiano non può assistere in maniera inerte all'invasione quotidiana di migranti nel nostro Paese".
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