Era conosciuto come "La Spada dell'Islam". Ora quella lama pende sulla sua testa: condannato a morte dopo la caduta del padre, Muhammar Gheddafi. La Libia in cui è "cresciuto" è diversa da quella di quache anno fa, ma comunque sempre immersa nel caos.
DI quel soprannome altisonante è rimasto ben poco. Saif Gheddafi, figlio del famoso rais, caduto e trucidato dai ribelli, dovrebbe essere chiuso in una cella. Ufficialmente almeno. Ma dalle pagine del Corriere della Sera, si scopre che vive in una comoda casa, a Zintan. Ha una figlia di tre anni che calendario alla mano, sembra proprio essere nara dopo la condanna a morte, e una moglie. Vivo e al sicuro, mantenuto dai ribelli. In vita per essere assicurazione dei suoi carceri. Ma nonostante una condanna a morte e un mandato di cattura internazionale non se la passa male.
I suoi secondini raccontano che ogni tranto è depresso: ripensa lle feste dei potenti d'Europa, a quando frequentava le Capitali del mondo. Paga profumatamente la sua libertà, che gli consente, tra le altre cose, di avere anche un nuovo hobby: la pittura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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