È morto Giampaolo Pansa

Il giornalista e scrittore si è spento a 84 anni. Ha raccontato l'Italia da piazza Fontana allo scandalo Lockheed

È morto Giampaolo Pansa

È morto Giampaolo Pansa. Giornalista e scrittore, si è spento a 84 anni. Pansa è stato uno dei cronisti e commentatori più noti ai lettori italiani. Cominciò la sua carriera giornalistica nel 1961 a La Stampa raccontando il Paese e la politica degli anni del boom economico. Poi l'approdo, nel 1964 a ilGiorno dove si occupa di cronache della Lombardia. Alla fine degli anni '60 torna a La Stampa e in quegli anni si ritrovò a raccontare una delle pagine più buie della storia repubblicana: la strage di Piazza Fontana. Dal 1972 al 1973 è al Messaggero. Poi per quattro anni, dal 1973 al 1977, è al Corriere della Sera. In via Solferino firma lo scoop sul caso Lockheed. Nel 1977 lascia il Corriere per andare a Repubblica dove resterà fino al 1991. La sua firma però è legata anche ai settimanali.

Prima Epoca, poi l'Espresso per passare poi a Panorama. La sua esperienza giornalistica più lunga è comunque legata a Repubblica. La sua linea era vicina alla sinistra di opposizione con critiche anche al Partito Comunista Italiano. Alla fine degli anni 2000, nel 2008, per l'esattezza lascia l'Espresso per passare al Riformista. Poi per 7 anni scrive su Libero. L'esperienza di viale Majno si chiude nel 2016 con il passaggio alla Verità. Dal 2018 all'agosto 2019 scrive anche per Panorama diretto da Maurizio Belpietro. Infine negli ultimi mesi, da settembre, era tornato al Corriere. Nella sua lunga carriera hanno avuto un grande ruolo anche i saggi. Il più discusso è stato quello dal titolo "Il sangue dei vinti". Per quel saggio del 2003, Pansa è stato criticato fortemente dalla sinistra. Venne accusato di aver "infangato" la Resistenza usando, secondo i suoi più duri rivali "rossi", quasi esclusivamente fonti revisioniste di parte fascista.

Pansa ha sempre respinto queste accuse affermando di aver utilizzato fonti di diverso colore politico e di aver spesso descritto i crimini che certi esponenti fascisti avevano commesso ai danni dei partigiani prima di essere a loro volta uccisi. Con la sua morte se ne va un giornalista che ha raccontato l'Italia del Novecento su diverse testate, ma sempre con la stessa professionalità.

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