Il primo "consolato" dei separatisti filo-russi arriva in Italia

Apre a Torino il primo centro di rappresentanza della Repubblica Popolare di Donetsk in Italia. L'obiettivo è "informare l’opinione pubblica sugli orrori di una guerra dimenticata"

Il primo "consolato" dei separatisti filo-russi arriva in Italia

Per la prima volta, in Italia, la Repubblica Popolare di Donetsk avrà un luogo di rappresentanza formale. L’inaugurazione del primo “consolato” separatista è avvenuta ieri a Torino, su iniziativa del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, ed ha già sollevato un bel polverone: “atto vergognoso” per i Radicali Italiani che, adesso, minacciano di presentare un esposto in procura.

Il centro, spiega Marrone, è una risposta “all’inaccettabile ordine della Nato di schierare i nostri militari contro la Russia in Lettonia” ma anche un modo “per informare l’opinione pubblica sugli orrori di una guerra dimenticata”. Il consigliere regionale, che si è recato in più di un’occasione nei territori dell’Ucraina orientale, racconta di aver visto con i suoi occhi “le continue violazioni del cessate il fuoco da parte di Kiev che continua a mietere vittime civili nella fascia del Donbass a ridosso della linea di conflitto”.

L’obiettivo del centro, però, non è solo di carattere simbolico-divulgativo, bensì mira al riconoscimento internazionale della neonata Repubblica, che si è staccata dall’Ucraina nel 2014, attraverso una rete di relazioni diplomatiche con le istituzioni italiane, collaborazioni con il mondo della cultura e partnership produttive e commerciali.

A confortare la prospettiva economica c’è un rapporto ufficiale stilato dal Ministero dell’Economia della Repubblica di Donetsk che indica il recupero del 47% della produzione con il 60% delle imprese di nuovo operative ed il 61% di nuovi lavoratori occupati e, nonostante la road map del processo di pace sia ancora incerta, suggerisce un’interessante occasione di business. “Sono tanti i settori produttivi in cui la rinascita economica del Donbass, sostenuta dalla Russia, può offrire valide opportunità di investimento per le nostre imprese, a partire da quelle ingiustamente colpite nell’export dalle sanzioni economiche firmate Unione Europea”, spiega Marrone.

Dopo il Veneto, prima regione in Europa a riconoscere la Crimea come parte della Russia, adesso è il Piemonte a guardare alla Federazione guidata da Vladimir Putin

e alle Repubbliche filo-russe nate nel Sud Est dell’Ucraina, stringendo relazioni inedite di intese geopolitiche e partnership commerciali esplicitamente mirate a scongiurare lo spettro di una nuova guerra fredda.

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