Dallo «strumento sbagliato» alla «politica che deve prestare ascolto», in una certa sinistra l'assalto ambientalista a Palazzo Madama suscita a malapena un bonario rimbrotto. Le dichiarazioni esprimono più imbarazzo che indignazione, più rammarico che rabbia. La vernice non ha mai ferito nessuno, ma sarebbe troppo assolutorio liquidare l'attacco al Senato come una bravata di «sciocchi irrispettosi» che rischiano di danneggiare la credibilità delle battaglie ecologiste.
Già in tutto il mondo sono state accolte con un misto di ironia e divertimento le imbrattature di opere d'arte nei grandi musei come forma di protesta creativa contro il degrado del clima. Arriva però anche il momento della fermezza quando queste performance mediatiche oltrepassano il confine del teppismo a bassa intensità. Non si passa per reazionari se si inquadrano questi episodi come frutto di una cretineria di tendenza, ammantata da battaglia sociale di valore elevato. Strana tutela dell'ambiente e della bellezza nazionale sporcare un palazzo storico del XV secolo e poi tacere su tante nefandezze, come le ottomila tonnellate di rifiuti tossici sotterrati sotto la strada regionale di Empoli nella Toscana rossa.
I fatti di Roma sono stati derubricati a un muro sporcato che in poche ore è stato ripristinato, quasi a cancellare con la rimozione della vernice anche il fatto stesso. Stupisce ancora una volta come la percezione dell'assalto sia differente a seconda dell'appartenenza politica, senza suscitare uno sdegno unanime. In molti casi è stata del tutto trascurata la valenza simbolica dell'offesa, portata al cuore della democrazia sotto forma della Camera Alta del Parlamento sovrano eletto a suffragio universale. La casa di tutti, l'epicentro della vita pubblica, non una caserma delle torture o un altro sinistro edificio di un regime dittatoriale. Non ci si può dividere quando per isterismo ecologista si decide di offendere l'intera Nazione.
Nell'opinione pubblica più indulgente, il blitz di Ultima Generazione viene giustificato con l'idealismo dei ragazzi che combattono per un mondo meno surriscaldato e più inclusivo. Ancora una volta, purtroppo, è la matrice politica dei dimostranti a creare una sorta di giustificazione, specialmente quando è riconducibile a un'ideologia progressista. Conoscendo le dinamiche del circuito mediatico di sinistra, diventa difficile immaginare condanne di circostanza se l'assalto al Senato della Repubblica fosse stato condotto da movimenti di estrema destra. Figurarsi i salotti radical chic che hanno evocato la marcia su Roma e il fascismo risorgente per la vittoria elettorale di Fratelli d'Italia...
Nel discorso di fine anno il presidente
Mattarella ha elogiato l'Italia come «democrazia matura». Forse ci siamo, ma manca ancora qualcosina. Come sentirci tutti offesi allo stesso modo se qualche scellerato travestito da eroe si permette di vandalizzare Palazzo Madama.
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